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"Centomila immigrati non sono un'invasione"

A dirlo è Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, parlando della situazione dei profughi siriani.

"Centomila immigrati non sono un'invasione"

"L'accoglienza di 100.000 persone in 8.000 comuni italiani non può essere considerata un'invasione". Lo ha dichiarato mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, parlando della situazione dei profughi siriani, e non solo.

"L'accoglienza ha dovuto sconfiggere paure, anche nelle nostre comunità - ha proseguito il monsignore -: la paura che nasceva dalla falsa correlazione tra terrorismo e islam, tra terrorismo e rifugiati. La rete diffusa di accoglienza che si è creata nelle nostre diocesi e parrocchie italiane, oltre 27.000 persone accolte, rispondendo anche all'appello del Papa, che il 6 settembre scorso aveva invitato le parrocchie d'Europa a fare spazio all'accoglienza di una famiglia di richiedenti asilo e rifugiati, è stata una risposta ecclesiale nel segno della carità e della giustizia, ma anche un gesto concreto per provocare una risposta politica organica e diffusa a chi chiedeva protezione internazionale al nostro Paese".

"Sono persone in fuga - ha sottolineato Perego -: che hanno camminato in situazione di privazione, di violenza; che hanno attraversato il nostro mare su barche insicure, al punto che oltre 3.700 hanno trovato la morte, tra cui almeno 730 bambini, anche neonati; che all'arrivo spesso hanno trovato non porte aperte, ma muri di filo spinato. Un milione di persone che arrivano in un Continente, come l'Europa, di oltre 500 milioni di persone; un milione di giovani, che arrivano in un Continente dove oltre il 30% sono anziani, non possono essere considerati un popolo che 'invade': è semmai un popolo in cammino, che chiede protezione internazionale, un diritto su cui si fonda la democrazia europea; è una risorsa per rinnovare l'Europa".

Il direttore della Fondazione Migrantes ha, snocciolato vari dati raffrontando l'attuale esodo a quello avvenuto durante ls Prima Guerra Mondiale quando "i profughi e i rifugiati in Europa furono oltre 12 milioni e ci fu una gara di solidarietà, anche nei nostri paesi e comunità, all'ospitalità e all'accoglienza. Certo, 1 milione di persone che arrivano non possono essere accolti solo da 5 dei 28 Stati Europei". "Il 2015 - ha precisato Perego - è stato l'anno in cui, purtroppo, abbiamo dovuto constatare la debolezza degli Stati che formano l'Unione europea a garantire non solo sulla carta, ma nei fatti, la protezione internazionale. L'Italia, da parte sua, impreparata fino al 2013 a tutelare un numero significativo di rifugiati (i posti negli Sprar erano solo 3.000, in pochi Comuni italiani) e ai richiedenti asilo (meno di 10.00 posti nei Cara), ha intrapreso il cammino di un sistema asilo degno di una grande democrazia: i posti negli Sprar sono diventati 20.000 (e nel prossimo anno dovrebbero arrivare a 30.000) e l'accoglienza straordinaria ha creato una rete di 100.

000 posti in 4000 strutture".

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