L'amara vittoria di Sala: la sinistra è già a pezzi
9 Febbraio 2016 - 08:24Milano, archiviate le primarie adesso è resa dei conti tra sospetti di complotti e veleni. E Civati minaccia: "Presenteremo un candidato"
Si va dal complottismo alle lettere di divorzio. Le «primarie più belle del mondo» (copyright Giuliano Pisapia) che domenica sera hanno eletto Giuseppe Sala il candidato sindaco del Pd a Milano hanno scatenato uno tsunami a sinistra. Per avere una fotografia della situazione bastava leggere qualche reazione della base ieri sui social network.
Uno psicodramma. Sala ha vinto con il 42% dei voti, non ha stravinto. La vicesindaco Francesca Balzani, che si è buttata nella sfida solo a metà dicembre dopo un colloquio a Roma con Matteo Renzi e Pisapia, il suo main sponsor, si è piazzata a 8 punti di distanza dal manager Expo. Terzo, l'assessore al Welfare del Comune Pierfrancesco Majorino che rappresenta l'ala sinistra del Pd, che ha rifiutato fino all'ultimo gli appelli a fare ticket con la vice, e ha conquistato il 23% dei voti: sono circa 14mila schede, e lo scarto tra Balzani e Sala è inferiore a 5mila. È esplosa la rabbia degli elettori: i complottisti parlano di un accordo tra Pisapia e Renzi per far correre la Balzani e garantire a Sala - detto il «candidato del partito della Nazione» - un'affluenza alta alle primarie (hanno votato in 61mila, comunque meno delle primarie 2010) e una vittoria certa. I due esponenti della giunta e di sinistra si sarebbero annullati a vicenda, così è andata.
Secondo un'altra scuola di pensiero, è stato Majorino a fare accordi sottobanco coi renziani per blindare un posto in giunta da assessore alla Cultura (quando è entrato al teatro Elfo Puccini per la proclamazione del vincitore domenica sera, è stato osannato dai supporter di Sala). Nel lunedì post primarie è lui il capro espiatorio di chi ha sostenuto la Balzani. L'altro sotto processo è Pisapia, anche se ieri ha dichiarato: «Io sconfitto? No, sono vincente». Dalla base ai big. La candidatura di Sala archivia (anche) a Milano la rivoluzione arancione. E prospetta un nuovo caso Liguria, con due candidati di sinistra che si spacchettano l'elettorato. «Questa è una vittoria di Renzi, è il Partito della Nazione che si compie anche a Milano - sostiene il leader di Possibile Pippo Civati - Entro poche settimane presenteremo il nostro candidato, sostenuto da una coalizione di sinistra molto aperta».
Andrà da Rifondazione ai Comunisti italiani a socialisti, radicali, movimenti civici e ambientalisti. Il nome «non vorrei essere io, lavoriamo su un esponente della società civile». A questo progetto potrebbe confluire Sel, o almeno pezzi del partito. «La vittoria di Sala chiude definitivamente la stagione arancione di Pisapia - è la reazione del coordinatore Nicola Fratoianni - dunque di fronte a un fatto nuovo si avvii una discussione». Ma non si sbilancia ancora sull'ipotesi di candidature alternative, «è difficile escludere cose che non sono ancora di fronte a noi».
Esponenti vendoliani a Milano stanno già lavorando con pezzi di Pd e comitati arancioni, su una lista civica di sinistra, espressione di Pisapia e della Balzani, che sostenga Sala alle Comunali, ma in caso di vittoria possa pesare in giunta e in aula.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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