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L'amara vittoria di Sala: la sinistra è già a pezzi

Milano, archiviate le primarie adesso è resa dei conti tra sospetti di complotti e veleni. E Civati minaccia: "Presenteremo un candidato"

L'amara vittoria di Sala: la sinistra è già a pezzi

Si va dal complottismo alle lettere di divorzio. Le «primarie più belle del mondo» (copyright Giuliano Pisapia) che domenica sera hanno eletto Giuseppe Sala il candidato sindaco del Pd a Milano hanno scatenato uno tsunami a sinistra. Per avere una fotografia della situazione bastava leggere qualche reazione della base ieri sui social network.

Uno psicodramma. Sala ha vinto con il 42% dei voti, non ha stravinto. La vicesindaco Francesca Balzani, che si è buttata nella sfida solo a metà dicembre dopo un colloquio a Roma con Matteo Renzi e Pisapia, il suo main sponsor, si è piazzata a 8 punti di distanza dal manager Expo. Terzo, l'assessore al Welfare del Comune Pierfrancesco Majorino che rappresenta l'ala sinistra del Pd, che ha rifiutato fino all'ultimo gli appelli a fare ticket con la vice, e ha conquistato il 23% dei voti: sono circa 14mila schede, e lo scarto tra Balzani e Sala è inferiore a 5mila. È esplosa la rabbia degli elettori: i complottisti parlano di un accordo tra Pisapia e Renzi per far correre la Balzani e garantire a Sala - detto il «candidato del partito della Nazione» - un'affluenza alta alle primarie (hanno votato in 61mila, comunque meno delle primarie 2010) e una vittoria certa. I due esponenti della giunta e di sinistra si sarebbero annullati a vicenda, così è andata.

Secondo un'altra scuola di pensiero, è stato Majorino a fare accordi sottobanco coi renziani per blindare un posto in giunta da assessore alla Cultura (quando è entrato al teatro Elfo Puccini per la proclamazione del vincitore domenica sera, è stato osannato dai supporter di Sala). Nel lunedì post primarie è lui il capro espiatorio di chi ha sostenuto la Balzani. L'altro sotto processo è Pisapia, anche se ieri ha dichiarato: «Io sconfitto? No, sono vincente». Dalla base ai big. La candidatura di Sala archivia (anche) a Milano la rivoluzione arancione. E prospetta un nuovo caso Liguria, con due candidati di sinistra che si spacchettano l'elettorato. «Questa è una vittoria di Renzi, è il Partito della Nazione che si compie anche a Milano - sostiene il leader di Possibile Pippo Civati - Entro poche settimane presenteremo il nostro candidato, sostenuto da una coalizione di sinistra molto aperta».

Andrà da Rifondazione ai Comunisti italiani a socialisti, radicali, movimenti civici e ambientalisti. Il nome «non vorrei essere io, lavoriamo su un esponente della società civile». A questo progetto potrebbe confluire Sel, o almeno pezzi del partito. «La vittoria di Sala chiude definitivamente la stagione arancione di Pisapia - è la reazione del coordinatore Nicola Fratoianni - dunque di fronte a un fatto nuovo si avvii una discussione». Ma non si sbilancia ancora sull'ipotesi di candidature alternative, «è difficile escludere cose che non sono ancora di fronte a noi».

Esponenti vendoliani a Milano stanno già lavorando con pezzi di Pd e comitati arancioni, su una lista civica di sinistra, espressione di Pisapia e della Balzani, che sostenga Sala alle Comunali, ma in caso di vittoria possa pesare in giunta e in aula.

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