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Lamorgese usa i dati di Salvini per nascondere i "porti aperti"

I dati del Viminale citati dalla Lamorgese certificano l'efficacia della "ricetta Salvini" che ha fatto crollare gli arrivi e le richieste di asilo

Lamorgese usa i dati di Salvini per nascondere i "porti aperti"

Il ministro degli Interni comincia a rendersi conto che forse le ricette di Matteo Salvini sul fronte dell'immigrazione erano efficaci. Luciana Lamorgese nel suo intervento davanti alle commissioni Affari Costituzionali e Affari Europei congiunte in Senato ha parlato dei numeri che riguardano i flussi migratoti. E così (a sorpresa) tra le righe, il titolare del Viminale parla del crollo degli sbarchi nel 2019: "Continuiamo a registrare un trend in diminuzione degli arrivi via mare nelle nostre coste: al 2 ottobre, i migranti sbarcati nel 2019 sono stati 7.783 a fronte di 21.112 dello stesso periodo nello scorso anno, con un decremento del 63%". Numeri questi che però sono totalmente da intestare alla gestione precedente del ministero degli Interni guidato da Matteo Salvini. La politica dei "porti chiusi" ha permesso una drastica riduzione degli arrivi. Il nuovo corso intrapreso dal governo giallorosso che di fatto ha riaperto i porti potrebbe però portare ad un'impennata nei prossimi mesi. Solo qualche giorno fa l'Eurostat aveva certificato anche il crollo, nel 2019, delle richieste di asilo. Ma come detto le strategie del nuovo esecutivo hanno già dato i primi risultati. Con il richiamo dei porti aperti, le partenze dal Nord Africa sono già aumentate. Ed è la stessa Lamorgese a renderlo noto: "Non vi è dubbio che abbiamo registrato un aumento degli sbarchi autonomi, in particolare dalla Tunisia - osserva Lamorgese - nel mese di settembre 2018 sono stati 701, mentre nello stesso periodo di quest'anno sono più che raddoppiati. Sono dati che vanno contestualizzati e che possono essere riconducibili a diversi fattori, tra i quali non ultimo il particolare momento politico che sta vivendo la Tunisia". Ma ad un certo punto la Lamorgese cita anche i dati sulle richieste di asilo. Il ministro parla di "risultati raggiunti" e di "nostro impegno" riferendosi al suo staff del Viminale. Peccato però che la Lamorgese sia ministro da circa un mese e dunque i dati di cui parla hanno una altra matrice: la gestione Salvini.

Comunque il ministro parla chiaro: "Abbiamo abbattuto le pratiche pendenti del 58%: a settembre 2018 le istanze non definite erano 118.445 e nel 2019 sono scese a 50.298. Il nostro impegno e i risultati raggiunti ci rendono più forti sui tavoli europei e ci consentono di portare a quei tavoli le nostre azioni, decisioni e buone pratiche, per fare in modo che siano utili alla realizzazione di una politica europea delle immigrazioni effettivamente efficace". Infine tornando sul patto di Malta, la Lamorgese ha sottolineato l'impegno dell'Italia per l'apertura di spazi importanti nella gestione dei flussi migratori. Ma come ricordato già parecchie volte da ilGiornale, il patto di Malta di fatto legittima le operazioni in mare delle Ong e rischia di lasciarci con un carico di migranti più gravoso di quello attuale. Ed è la stessa Lamorgese a fare un bilancio: "Il principio di rotazione dei porti come luoghi sicuri è su base volontaria, ma la ripartizione di quanti arrivano in Europa non è su base volontaria e diventa obbligatoria con il loro collocamento negli Stati europei.

Quello definito a Malta è un progetto pilota, io non ho usato toni trionfalistici: potremo dire di avere vinto quando avrà firmato un certo numero di Paesi, ma resta una base di lavoro estremamente importante, con due Paesi importanti come Francia e Germania che hanno dato la loro disponibilità".

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