Politica

L'Antimafia si difende: «Nostro dovere vigilare»

La commissione della Bindi respinge gli attacchi. Ma l'elenco arriverà a tempo quasi scaduto, e incombe pure l'astensione

RomaInvece delle scommesse sui cavalli, o quelle sui nomi della lista nera dell'Antimafia, o ancora di quelle sull'ora «x» nella quale verranno presentati gli «impresentabili», le scommesse, oggi, dovrebbero esser fatte su quanti elettori decideranno di rimanere a casa. Perché confusi. Perché stufi. Perché traditi. In alcune regioni si arriverà alla fatidica soglia di un astenuto su due? Presumibilmente si. E non solo perché Rosy Bindi ha deciso di farsi desiderare, conservando il meglio per il rush finale, ma soprattutto perché neppure i politici sanno quale sia la strategia di fondo. Molto probabilmente, in realtà, non c'è nessuna strategia, ma solo disordine, disorientamento, disonestà. E quindi sì, il voto sarà inquinato, oltre che modesto nei numeri e povero nella sostanza. E anche se l'Antimafia si autogiustifica: «Il lavoro è complesso, per questo lavoriamo con scrupolo», ma poi si auto-incorona, «abbiamo fatto il nostro dovere», il vero problema è che lo faranno in ritardo. I primi quattro nomi trapelati sono della regione in cui la sinistra è sicura di vincere: la Puglia, e se l'aspirante governatore Emiliano «ritira» d'imperio Fabio Ladisa, questi non ne vuol sapere. Dice, anzi: «Denuncerò chi mi diffama». Altri tredici riguardano la Campania, la regione più in bilico. Ricapitolando: i nomi usciranno domani sera, sabato vige il silenzio, domenica si vota. Così le liste dell'Antimafia (liste di «proscrizione», le definisce il forzista Nitto Palma) sono del tutto inutili.

Come ha dichiarato Renato Brunetta capogruppo di Forza Italia a Montecitorio: «Capiamo l'imbarazzo della Bindi, compagna di partito di De Luca, ma il suo ruolo le imporrebbe un atteggiamento super partes». Il problema, dice Brunetta, non riguarda la pubblicazione della lista, semmai chi guida quelle liste: «E la Bindi deve prendere posizione sul caso De Luca». Un candidato che, assieme a Renzi, «umilia la Campania», attacca Mara Carfagna. In poche parole, De Luca è alla ricerca di una sospensione della sospensione. Lo stesso principio che vuole che due segni negativi si annullino e ne diano uno positivo. Più o meno.

In tale marasma, Grillo sguazza. Tra i due litiganti riuscirà a godere ancora? Probabilmente no, ma l'obiettivo rimane superare il 20 per cento. «# BindiFuoriinomi : con l'omertà si aiuta la mafia», va a nozze l'ex comico. L'alfaniano Maurizio Lupi invece condanna senza se e senza ma: «Siamo fuori tempo massimo per consegnare la patente di impresentabilità, si è scelto il modo meno opportuno per intervenire su questo tema». Chi ci guadagnerà di più, insieme a M5S, forse sarà Sel e il suo leader Vendola ne è consapevole. Parla di «Pd masochista, regala voti alla destra», ma in realtà spera che una parte di quei voti se la accaparri lui. Obiettivo: superare la soglia di sbarramento del 10 per cento. Sembra che gli elettori, invece che la croce sulla scheda elettorale, debbano portare una croce al petto, di speranza o di compassione.

Fate voi.

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