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La lapide degli azzurri sulla "lezione" di Conte: "È il vuoto pneumatico"

Forza Italia boccia il governo del professore Gelmini: «Solo demagogia e giustizialismo»

La lapide degli azzurri sulla "lezione" di Conte: "È il vuoto pneumatico"

«Vuoto pneumatico». Il giudizio di Forza Italia sul discorso del premier gialloverde Giuseppe Conte lo riassume così Osvaldo Napoli. Alla Camera gli azzurri prendono la parola per demolire l'intervento e confermare il no alla fiducia. Finirà con 104 contrari e solo Vittorio Sgarbi che rompe, con una provocazione «dadaista», il fronte: «Salvini riesce dove ha fallito Bersani e riduce Di Maio a fare l'Alfano».

La capogruppo Mariastella Gelmini usa nell'aula toni forti (poco dopo Graziano Del Rio del Pd concorda con lei). Parla di misure intrise di «demagogia, populismo, pauperismo e giustizialismo». Teme, dice a Conte che si è presentato come «l'avvocato degli italiani», che tutti «siano diventati presunti colpevoli».

La linea è quella indicata da Silvio Berlusconi, che segue da Palazzo Grazioli i primi passi dell'esecutivo Lega-M5s. L'impressione che ha avuto del premier nell'incontro per le consultazioni si rafforza: «È vanitoso, pieno di sé, il suo discorso è inconsistente, tocca tanti punti senza approfondirne nessuno. Può essere anche un vantaggio se l'ambizione lo spinge a cercarsi un ruolo autonomo, bisogna vedere se gli altri due lo tritureranno».

Gli altri due sono l'avversario grillino Luigi Di Maio e l'alleato leghista Matteo Salvini. E come martedì Licia Ronzulli al Senato ora a Montecitorio è la Gelmini a indirizzare a quest'ultimo un messaggio: «Se è stato un abile leader della Lega non è riuscito purtroppo ad essere, come in tutti questi anni Berlusconi, anche il leader unificante del centrodestra. Sta al ministro Salvini cercare di ricomporre questa frattura». Gli ricorda che, dopo «l'inspiegabile negazione al centrodestra del diritto-dovere di governare» il Cavaliere ha dimostrato «lealtà verso i cittadini, ma anche verso il centrodestra e gli alleati, facendo un passo indietro per il tentativo di dare un governo al Paese».

Fi incalza il nuovo governo sui temi concreti. «Non c'è posto nell'intervento di Conte per la parola infrastrutture - accusa il portavoce Giorgio Mulè -. La drammatica prospettiva è un governo del peggioramento e dell'arretramento». Chiede Roberto Occhiuto, vicario del gruppo di Fi: «Perché nessun accenno al Mezzogiorno?». Per Francesco Paolo Sisto «si vuole dare alle procure il potere di governare questo Paese». Renato Brunetta consiglia agli «apprendisti governanti» di partire dalla flat tax: «Con una crescita sotto il 2% è impossibile creare nuova occupazione». Quando Conte, alla replica in aula, tocca il conflitto di interesse, dai banchi degli azzurri si leva un coro polemico verso il M5s: «Casaleggio, Casaleggio!». Accendendosi una sigaretta nel cortile di Montecitorio Andrea Ruggieri ironizza sull'intervento del premier: «È ufficiale: non esistono più le mezze stagioni». Maurizio Gasparri ha pensato a Lucio Dalla: «Sarà tre volte Natale». Un altro commenta: «Non è stata una lezione universitaria, ma da scuola media. Abbiamo davanti un'autostrada».

L'autostrada è l'opposizione, anche se Fdi ha scelto la via intermedia dell'astensione. Giorgia Meloni rimprovera a Conte di non avere nel programma il presidenzialismo, poi: «Ho sentito che in passato si è definito un uomo di sinistra, mi auguro che in questi anni sia rinsavito». Tra i suoi c'è chi pensa che la Lega sia in fondo una «quinta colonna» nel governo, che prosciugherà voti grillini e darà tempo al centrodestra di riorganizzarsi per tornare unito e vincente.

Tra un anno, forse due.

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