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«L'arbitro resti»: continua la guerra tra società

Il giudice dà torto a Gestione integrata e conferma Bianchi. L'azienda: non ci fermiamo qui

Cristina Bassi

Milano Ricorso respinto, la guerra degli arbitrati continua. Il giudice civile di Milano Claudio Marangoni ha dato ragione alla società energetica Siram spa contro Gestione integrata, che aveva ricusato il presidente del collegio arbitrale con il compito di decidere sulla disputa da 300 milioni di euro tra le due aziende. In gioco la cessione di un ramo d'azienda. Luigi Arturo Bianchi, docente alla Bocconi e avvocato, potrà restare al proprio posto. Ma la ricorrente promette di dare battaglia, anche in sede penale, e di rivolgersi al Csm: «Non ci è garantita la terzietà del giudice», protesta.

L'istanza di ricusazione si basava sul fatto che, secondo l'azienda che si occupa di servizi integrati, Bianchi ha avuto rapporti professionali pregressi con la controparte e ha omesso di dichiararlo al momento della nomina da parte della corte d'Appello milanese. Venerdì la decisione del giudice, presa in base a diversi elementi. Il primo: le fatture del 2007 e 2008 emesse da Siram a favore di uno studio del quale il professionista ha fatto parte, Simmons&Simmons, sono successive alla data (il 2000) in cui Bianchi l'ha lasciato. Il secondo: la presenza nell'elenco dei fornitori di Siram dell'attuale studio del professore (Gatti, D'Urso e Bianchi) è «mera conseguenza» - si legge nel decreto di rigetto - della fusione con un'altra società. E per il giudice, Bianchi, che pare accertato neppure sapeva della circostanza prima di arrivare davanti a Marangoni, ha dimostrato di non aver avuto con la parte in causa «forme di collaborazione professionale diretta e personale», Né un «rapporto continuativo di consulenza o prestazione d'opera». Il terzo: l'episodio riferito da Gestione integrata in cui l'arbitro avrebbe dichiarato di avere in pratica già deciso a favore di Siram non sarebbe supportato da «alcuna prova». Infine: la causa indetta da Gestione integrata al Tribunale di Roma contro Bianchi per gli stessi motivi della ricusazione è giudicata «meramente strumentale» per provare a liberarsi del «giudice non gradito».

Il legale di Gestione integrata, Giuseppe Calafiore, annuncia ulteriori mosse: «La decisione ci lascia davvero perplessi. È stato accertato che lo studio del professor Bianchi è iscritto tra i fornitori di Siram spa. Tale fatto da solo pesa come un macigno sulla apparenza di terzietà del giudice. Tutti sappiamo quanto volte sia stato affermato dal Csm che il giudice deve non solo essere ma anche apparire terzo rispetto alle parti. Quale sentimento di serenità possono nutrire i miei assistiti nel sapere che saranno giudicati da un arbitro il cui studio è iscritto nell'elenco dei fornitori della controparte? Sul punto chiederemo lumi alla competente sezione del Csm.

Andremo fino in fondo - annuncia l'avvocato - con gli strumenti del codice di procedura penale che offre mezzi di indagine più incisivi rispetto a temi che, allo stato, abbiamo ritenuto di non sollevare e rispetto a un ventaglio di protagonisti che non si ferma a Siram».

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