Cronache

L'associazione 21 luglio: "Rom discriminati e segregati. Chiudete i campi"

L'associazione 21 luglio chiede la chiusura dei campi rom e attacca la Lega Nord: "Diffonde discorsi di odio"

L'associazione 21 luglio: "Rom discriminati e segregati. Chiudete i campi"

"In Italia i rom e sinti sono i più perseguitati tra i perseguitati. Questo non vuole dimostrare la naturale bontà dei rom e dei sinti ma che i diritti valgono per tutti a prescindere che quella comunità abbia al suo interno delle persone che commettono atti malvagi. Difendere i diritti di quelle minoranze significa difendere i nostri diritti perché i diritti non sono divisibili". Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato, ha usato parole molto chiare intervenendo alla presentazione del Rapporto 2015 dell'Associazione 21 luglio sui rom e sinti in Italia, di cui oggi si celebra la giornata internazionale.

L'incontro, a cui erano presenti anche gli studenti di una classe dell'Istituto Leonardo da Vinci e una del liceo scientifico Visconti, è stato l'occasione per far passare, per l'ennesima volta, il messaggio che i rom sono un'etnia discriminata che vive una realtà di segregazione nel nostro Paese. L'associazione ha denunciato soprattutto i ritardi nell'attuazione della strategia nazionale di inclusione concordato con l'Europa nel 2012 e che l'Italia dovrebbe portare a compimento entro il 2020, andando a sanare le carenze attuali riguardanti quattro campi d'azione: l'istruzione, la salute, l'alloggio e il lavoro. A tal proposito, il rapporto dell'associazione 21 luglio ha snocciolato tutta una serie di cifre per dimostrare che "politiche di inclusione sociale" costerebbero molto meno dell'attuale sistema di campi, dove abitano solo una minoranza di rom (40 mila rom su un totale di 180mila residenti in Italia). È singolare notare come i campi gestiti dallo Stato vengano chiamati "insediamenti formali", mentre quelli abusivi siano stati ribattezzati "spontanei". Sulla gestione dei campi forti critiche sono state rivolte ovviamente al Comune di Roma che non riesce a trovare un'alternativa a quelli che"la sinistra chiama 'villaggi della solidarietà' ma che in realtà sono solo delle baraccopoli", ha spiegato il presidente dell'associazione Carlo Stasolla. "Solo a marzo Roma per mantenere i campi ha speso 11 milioni di euro", prosegue il presidente che ha attaccato il Comune anche per l'aumento degli sgomberi forzati degli "insediamenti spontanei" (leggasi abusivi) dopo l'inizio del Giubileo.

Le situazioni più critiche, però, non sono solo nella Roma di Mafia Capitale ma anche a Napoli e Torino e Milano, dove "solo tre settimane fa c'è stato lo sgombero forzato del campo di via Idro". Si tratta di città che andranno tutte al voto a giugno e tra queste l'associazione 'salva' solo Torino che, grazie al progetto "città possibile" ha attivato una sorta di cooperazione internazionale con la Romania per il rimpatrio di alcuni cittadini che hanno avuto accesso a finanziamenti di microcredito. Una nota di merito è spettata anche al comune di Alghero che, attraverso dei fondi regionali, ha fatto da intermediario tra i rom residenti di un campo che doveva essere chiuso e dei privati che hanno affittato loro le case. Il Comune, ovviamente, si è fatto garante per il pagamento dell'affitto. In sintesi, se i Comuni spendono soldi per dare lavoro e alloggio sono virtuosi, mentre chi resta sempre 'brutto e cattivo' (scriviamo noi) sono gli esponenti della Lega Nord, colpevoli di diffondere discorsi d'odio nei confronti dei rom e dei sinti.

Dei 265 casi di discorsi di odio contro i rom e i sinti l'89% degli episodi risulta appannaggio degli esponenti politici "con una netta preponderanza di rappresentanti della Lega Nord (37%).

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