Politica

L'attivismo sospetto dei favoriti nel toto-Colle

Non ti scordar di loro... Ogni papabile (o presunto tale), a modo suo, coi mezzi che ha, ci fa sapere che lui c'è, e che sta facendo un sacco di cose importanti tra Natale e l'Epifania, nel caso non trovassimo figure adatte per il Colle. Non è che si propongono, o si autopromuovono, figuriamoci, nel caso vengano candidati al Colle lo farebbero solo «per il bene dell'Italia», mica perché ambiscono a salire sulla poltrona più alta. Ed ecco, dunque, ritornato in gran forma Sabino Cassese . Dopo un lungo silenzio l'ex ministro e professore (maestro di Napolitano jr, che potrebbe mettere una buona parola per lui) torna pimpante a vergare editoriali, e non a caso, l'esegesi del discorso di Napolitano, sul Corriere della Sera. Un presagio di successione? Chissà. Ma la lotta tra papabili, per farsi notare, non è mica uno scherzo. Anche Laura Boldrini ci tiene a farci conoscere le sue riflessioni sul prossimo capo dello Stato, che potrebbe essere una donna, perché «se guidano il Cern possono anche salire al Quirinale», spiega la presidente della Camera senza minimamente pensare a se stessa. Anche perché lei, donna impegnata nel sociale, ha altro per la testa: passare il Capodanno a giocare a tombola in una casa di riposo comunale. Donna di etica, accoglienza e istituzioni. Perfetta, no?

Ma attenzione alla concorrenza di un'altra donna papabile, la ministra della Difesa Roberta Pinotti . Che per Natale è volata in Afghanistan a visitare i militari italiani, con reportage fotografico sul sito della Farnesina. E per mostrare il lato umano, dopo quello di soldato, si è confessata alla tv della Cei, Tv2000, facendoci capire che sì, è stata comunista, ma pure cattolica: «Votavo Pci perché lo sentivo il partito più attento agli ultimi, secondo una mia lettura del Vangelo». Insomma una personalità super partes, da Berlinguer al Vangelo.

Ma ci sono anche gli altri papabili, veri o presunti, che vogliono dire la loro. C'è Pietro Grasso , presidente del Senato in corsa per il Quirinale (volato dai soldati in Libano il 23 dicembre), che a commento del discorso presidenziale già si esercita con una lingua (e una retorica) dal sapore quirinalizio: «Guardare al futuro con fiducia, a recuperare energia e ottimismo, lasciando alle spalle i sentimenti negativi che hanno dominato troppi anni della nostra storia recente». Poi si è girato per vedere se c'erano i corazzieri, ma è ancora presto. C'è la fila di pretendenti.

Dentro si intravede anche Francesco Rutelli , piacione di sinistra ma non troppo. Ed eccolo spiegare in una lettera al Corriere a sua idea di un Quirinale trasformato in Museo della Cultura, limitando gli spazi a disposizione del capo dello Stato. Che, certo, dovrà essere d'accordo a cedere un bel pezzo della sua residenza. Se fosse direttamente Rutelli, sarebbe tutto più semplice, no? Giuliano Amato , uno dei preferiti da Napolitano, vorrebbe tanto intervenire ma non può, «non posso parlare come giudice costituzionale». Opterà per la diplomazia meno esposta ad occhi indiscreti. Discreto per natura, ma non meno determinato, è Piero Fassino , sindaco (renziano) di Torino e ultimo segretario dei Ds, che potrebbe uscire come il jolly. Lui si è portato avanti con un pranzo insieme a Napolitano, in occasione del vertice italo-tedesco a Torino. Avrà ottenuto un placet alla sua corsa? Nel frattempo, la notte del 30, ha servito ai tavoli i clochard. Gesti umanitari che colpiscono sempre.

Walter Veltroni , invece, avrebbe volentieri fatto a meno di uscire allo scoperto, ma ha dovuto prendere posizione su Mafia Capitale, dopo il coinvolgimento del suo ex capo di gabinetto. Chi è papabile a viso scoperto è Emma Bonino , disponibile da una quindicina d'anni: «Quirinale? Ero pronta nel 1999 e lo sono oggi».

Messaggi nella bottiglia all'indirizzo di Renzi, il selezionatore finale dei papabili.

Commenti