Cronache

L'Austria blinda le frontiere e scarica i disperati sull'Italia

Più controlli al Brennero. Ungheria & Co. vogliono un muro in Macedonia e Bulgaria

L'Austria blinda le frontiere e scarica i disperati sull'Italia

L'Austria annuncia nuovi e più intensi controlli al Brennero in funzione anti-rifugiati. Consapevole di agire contro lo spirito di Schengen, Vienna lo ha fatto con i guanti di velluto, invitando i governatori delle regioni interessate e cioè il presidente del Trentino Ugo Rossi, quello dell'Alto Adige Arno Kompatscher e quello del Tirolo Guenther Platter a discutere la misura direttamente con la ministra degli Interni. Nel pomeriggio di martedì i tre governatori sono stati anche ricevuti dal presidente federale austriaco Heinz Fischer, che ha promesso la «massima sensibilità» nella gestione dello storico confine. La forma non cambia però la sostanza: premesso che la cooperazione con le regioni italiane «resta molto intensa», ha detto Mikl-Leitner, Vienna è pronta a erigere barriere anti-migranti sul Brennero, così come ha fatto nel passato lungo il confine con la Slovenia. L'intensificazione dei controlli riguarda tanto il traffico automobilistico quanto quello ferroviario e non è limitato al solo Brennero ma riguarda anche il valico di Prato alla Drava (nei pressi di San Candido), il più occidentale passo Resia, e il più orientale valico di Tarvisio, in Friuli. A preoccupare l'Austria non c'è solo il flusso di profughi in arrivo dal Belpaese, e ulteriori misure di contenimento fisico dei rifugiati sono state annunciate anche lungo la frontiera con la Slovenia e con l'Ungheria. L'annuncio di Vienna segna un nuovo inasprimento della politica di accoglienza del governo di grande coalizione guidato dal cancelliere socialdemocratico Werner Faymann: nel corso degli ultimi mesi la Repubblica alpina ha registrato oltre 90mila richieste di asilo politico, un numero alto per un paese di nove milioni di abitanti. Come già la Svezia, fra i Paesi più accoglienti la scorsa estate con i profughi dal Medio Oriente e oggi sostanzialmente impermeabile ai rifugiati Stoccolma ha anche sospeso Schengen lungo il confine con la Danimarca anche l'Austria inverte la rotta. Ieri il gabinetto Faymann ha anche definito «sicuri» sei paesi (Tunisia, Algeria, Marocco, Georgia, Mongolia e Ghana), rendendo virtualmente impossibile ai loro cittadini l'ottenimento dell'asilo politico. «Ai migranti per ragioni economiche - ha spiegato ancora Mikl-Leitner - dobbiamo inviare un segnale inequivocabile: per loro non c'è protezione in Austria». Quella annunciata di Vienna è solo l'ultima di una serie di misure analoghe decise dagli Stati membri dell'Ue in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì dedicato alle migrazioni: lunedì il «gruppo di Visegrad» (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) ha suggerito la costruzione di una barriera in Macedonia e Bulgaria per impedire ai profughi presenti in Grecia di passare più a Nord.

Allo stato dei fatti solo la cancelliera tedesca Angela Merkel sembra ancora credere alla possibilità di risolvere la crisi dei migranti tramite il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dell'Ue.

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