Cronache

L'aviere quasi centenario corona l'ultimo sogno: In volo con l'Aeronautica

L'ex militare sale sul P-72A del 41° Stormo di Sigonella: «Tornerei in servizio anche subito»

L'aviere quasi centenario corona l'ultimo sogno: In volo con l'Aeronautica

Roma Novantasette anni e un sogno: volare sull'ultimo gioiello dell'Aeronautica militare, il P-72A del 41° Stormo di Sigonella, l'unico veicolo dell'Arma dei cieli su cui non aveva ancora avuto occasione di salire da quando, nel 1942, era telegrafista a bordo del Cant Z 1007 in attività di bombardamento nel canale di Sicilia.

Una vita tutta dedicata all'Aeronautica quella del catanese Melino Barbagallo, che a dispetto dell'età lo scorso 29 agosto è riuscito a coronare il suo sogno partecipando a un volo addestrativo seduto nella cabina di pilotaggio di quel velivolo da ricognizione, oggi usato anche per localizzare i profughi in mare, che gli mancava per completare il suo curriculum. Era stato lui stesso, un paio di mesi fa, a lanciare il sasso nello stagno davanti al generale Placido Casella, presidente dell'associazione arma aeronautica di Catania, di cui è membro: «Prima di chiudere gli occhi vorrei tanto volare su quell'aereo...». Detto, fatto. La voce è arrivata velocemente alle orecchie del comandante della base di Sigonella, il colonnello pilota Francesco Frare, e una settimana fa Melino ha potuto esaudire il suo desiderio. Si è infilato la sua tuta, quella che teneva ancora gelosamente riposta nell'armadio, ed è decollato, seduto proprio accanto al comandante, che per l'occasione ha pilotato personalmente l'aereo.

Un'oretta nei cieli, fin sopra lo stretto di Messina, per riprovare emozioni mai dimenticate. Per Barbagallo un'esperienza magnifica, conclusa con la consegna del crest del 41° Stormo e di una litografia del P-72A in ricordo dell'evento, che sicuramente avranno un posto d'onore tra i suoi cimeli, nella sua casa catanese dove si respira la grande storia d'Italia. «Tornerei in servizio anche subito», racconta l'ex militare che non si è mai sentito realmente pensionato e che ricorda lucidamente gli anni della guerra, le missioni, i bombardamenti, lo sbarco in Sicilia. Soprattutto è estremamente fiero della sua famiglia, i Barbagallo, «una stirpe di eroi catanesi, tre generazioni su quattro dedite alla patria, dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale». Vive del suo passato, Melino, ma vive il presente con l'entusiasmo di un ragazzino e la carica che la buona salute gli consente. Volare è sempre stato il suo pallino, sin da ragazzo, ma quando fece domanda per entrare in Aeronautica non venne preso perché non aveva il brevetto, e suo padre non aveva i soldi per farglielo prendere. Così accantonò l'idea di pilotare gli aerei, ma non quella di salirci. Fece il corso da telegrafista e si arruolò. Alla fine della guerra continuò il suo percorso in Aeronautica, fu assegnato all'aeroporto di Catania dove c'era uno dei gruppi operativi che pattugliava il mare alla ricerca dei sommergibili e negli anni continuò a volare su tutti quei velivoli militari dai nomi strani: sul Helldiver S2C-5, sull'Harpoon Pv-2, sul Grumann S2F e, prima del suo congedo avvenuto nel 1979, anche sul Br-1150 Atlantic. Gliene mancava solo uno all'appello, il P-72A, per concludere in bellezza la carriera. E questa volta appendere davvero la tuta di volo alla stampella senza rimpianti.

Adesso che Melino ha potuto aggiungere l'ultima «tacca» al suo curriculum non gli resta che tornare alla sua comunque attivissima vita da pensionato. Ci sono i figli e i nipoti, certo. Ma soprattutto l'associazione Aeronautica, che frequenta regolarmente, e dove con gli ex colleghi può continuare a volare tra i ricordi. D'estate, poi, Melino salta in macchina, si mette al volante, perché la patente gliela continuano a rinnovare, e se ne va al mare.

Naturalmente al Lido dell'Aeronautica di Catania.

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