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Lavoro, la minaccia di Landini: "Siamo pronti a occupare le fabbriche"

"Siamo pronti a fare tutti gli sforzi necessari - dice Landini - ma non firmeremo per i licenziamenti e gli abbassamenti dei salari, le maggiorazioni dei turni e il lavoro domenicale"

Lavoro, la minaccia di Landini: "Siamo pronti a occupare le fabbriche"

È partito da piazzale Lotto, a Milano, il corteo contro il vertice Ue sul lavoro con i capi di Stato dei Paesi dell’Unione. Insieme alle sigle sindacali e ai lavoratori in piazza anche gruppi di studenti e militanti di alcuni centri sociali. In testa al corteo, dietro allo striscione della Fiom, c’è Maurizio Landini, che subito alza il livello dello scontro. Lo fa con una minaccia che riporta alla memoria gli anni Settanta: l'occupazione delle fabbriche.

La Fiom lascia capire che non c'è spazio per il dialogo con il governo: "Siamo pronti ad occupare le fabbriche perché ci chiedono di abbassare i salari. Se Renzi pensa di fare il figo dandoci ottanta euro e se pensa che noi siamo i coglioni che accettano di firmare la riduzione, si sbaglia di grosso". Landini sottolinea che "la precarietà non si combatte rendendo più facile il licenziamento ma con il tempo indeterminato e garantendo i diritti a tutti".

Qualcuno chiede al segretario Fiom: "Sarà un autunno caldo?". Lui risponde sicuro: "Assolutamente sì". E prosegue puntando il dito contro le proposte del governo: "Sono sbagliate perché peggiorano le condizioni. Il vero cambiamento è estendere i diritti, far ripartire gli investimenti, combattere la corruzione e andare a prendere i soldi dove ci sono. Non ci stiamo a essere dipinti come i conservatori, noi siamo quelli che si sono fatti il mazzo, producono ricchezza e pagano le tasse e vogliono cambiare il lavoro più di tutti, ma bisogna che gli interessi di chi lavora ritornino al centro di questo Paese, perché adesso non lo sono".

Il presidente del Consiglio, prosegue Landini, "va in Europa con lo scalpo dell’articolo 18". E ancora: "Non è vero che Renzi ha i poteri forti contro lui non vuole metterseli contro".

Alcuni gruppi dei "collettivi milanesi" hanno fatto un blitz alla sede milanese del Minsitero del lavoro, in via Macchi, con scritte spray sui muri e vetrate ("no jobs act" ). Poi hanno raggiunto il corteo della Fiom. I manifestanti, arrivati in zona Fiera, dove si tiene il vertice, hanno lanciato petardi e fumogeni e ci sono stati momenti di tensione quando hanno tentato di forzare lo schieramento delle forze dell’ordine.

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