Politica

Lega-FdI blindati: Feltri guadagna voti e arriva a quota 56

RomaDa oggi sarà un'altra storia, ma nella cronaca di ieri, quella di una giornata inutile e immobile a Montecitorio, vissuta con un timelapse di 24 ore, una delle poche notizie è la tenuta dell'asse Lega-Fratelli d'Italia, con il loro candidato Vittorio Feltri, che cresce di scrutinio in scrutinio: 49 i voti ottenuti giovedì, uno in più dei grandi elettori neroverdi. Poi 51 ieri mattina. E addirittura 56 ieri pomeriggio. Spostamenti minimi, che non lasceranno traccia nella vicenda quirinalizia, ma che pure qualche segnale lo mandano nell'etere del centrodestra, pur pieno di interferenze. La piccola alleanza tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per le prime votazioni del capo dello Stato ha retto. E, considerando che i grandi elettori FdC (Fratelli del Carroccio) sono 48, ciò significa calcolatrice alla mano che la loro strategia ha pure sedotto qualche anima in pena dello schieramento moderato, aggiuntosi strada facendo nel sostegno all'ex direttore del Giornale . Si potrebbe partire anche da qui per la rinascita di un centrodestra unito.

Perché per il resto, secondo i leader quarantenni della «Cosa» neroverde, oltre lo strapotere di Renzi, in fondo a destra sono solo macerie. «Berlusconi ha spremuto tutto il dentifricio fuori dal tubetto e non riesce più a rimetterlo dentro. Esce sconfitto su tutti i fronti», dice il senatore leghista Roberto Calderoli ai microfoni di Tgcom24 . «In questo momento il patto del Nazareno non ha retto, nonostante Forza Italia si sia messa a tappetino», fa notare il capogruppo al Senato del Carroccio, Gian Marco Centinaio, ospite di Agorà , su RaiTre. Aggiunge Centinaio: «Questo modo di fare politica per noi è inaccettabile. Per questo Salvini esclude un'alleanza a queste condizioni con Forza Italia. Piuttosto perdiamo con dignità, ma basta alleanze con chi ha appoggiato i governi Monti, Letta e Renzi». E Salvini ce l'ha anche con Angelino Alfano: «Lui leader del centrodestra? Che tristezza. Questo è il motivo per cui il centrodestra non esiste. Lui e Berlusconi stanno a fare queste montature politiche però nella sostanza sia l'uno che l'altro stanno aiutando Renzi da un anno. Quindi o entrambi si chiariscono le idee o la Lega non farà mai parte di una squadra di questo genere». Twitta invece la Meloni: «Al Quirinale un capo di Stato cattocomunista, la Balena bianca al governo, un premier democristiano: è questa la rottamazione Renzi?».

Stessa argomentazione di una vignetta fatta circolare ieri tra i banchi di Montecitorio dalla Lega: si vede Matteo Renzi in tuta da meccanico davanti a un camper bianco con l'insegna del Partito democratico sotto il quale compare un'auto d'epoca rossa con lo stemma della vecchia Dc che il premier cerca di avviare con la manovella. Già giovedì, durante il primo voto, i grandi elettori leghisti avevano esibito una storica prima pagina del Manifesto del giugno 1983 con il titolo, poi diventato slogan: «Non moriremo democristiani».

Il problema non è morire (democristiani o no), è sopravvivere.

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