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La Lega è a rischio chiusura Salvini: intervenga Mattarella

Appello al Colle: «Attacco alla democrazia». Il Csm difende i pm. Via Bellerio: «Noi messi fuori legge come in Turchia»

La Lega è a rischio chiusura Salvini: intervenga Mattarella

Cinquanta milioni, mica bruscolini, e ora la Lega rischia davvero di chiudere bottega. Già l'altra sera Matteo Salvini la definiva una «sentenza politica». Oggi alza il tiro, parla di «attacco alla democrazia» e cerca un riparo nel Colle, chiedendo un incontro urgente con il presidente quando domani tornerà dal suo viaggio di Stato nelle repubbliche baltiche. «Vogliono mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano - si legge nel comunicato diffuso da via Bellerio - Un'azione che non ha precedenti in Italia e in Europa».

La richiesta, «irrituale» e comunque non ancora formalizzata, non viene commentata dal Quirinale. La mossa è però molto politica, infatti non si capisce bene che cosa potrebbe fare in concreto Sergio Mattarella per sterilizzare una sentenza della Cassazione. E nemmeno se avrà voglia di interferire nel campo della magistratura. Tra l'altro i rapporti personali con Salvini non sono per niente buoni, dopo tre mesi di trattative infinite per il governo, di consultazioni ripetute e di duri scontri, culminati con il braccio di ferro vinto dal Quirinale su Paolo Savona, retrocesso dal centrale ministero dell'Economia al più defilato Affari europei.

Ed è piuttosto singolare che la richiesta di aiuto «istituzionale» arrivi proprio nel giorno in cui da Tallin il capo dello Stato attacca con severità i sovranisti europei e nazionali sul contenimento dell'immigrazione, cavallo di battaglia del ministro dell'Interno, e sull'ipotesi di chiudere le frontiere interne dell'Unione. «È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei», dice Mattarella. Il presidente si rivolge al cancelliere austriaco Kurz, che condivide «con la Germania l'obiettivo di rimandare i migranti verso il Paese di primo ingresso», cioè, sostanzialmente l'Italia. «Vi sono molte cose - spiega - che contrassegnano l'Ue e la sua storica integrazione ma due ne esprimono appieno l'anima: Erasmus e Schengen».

In realtà Mattarella ce l'ha con Salvini. «Da metà del 2017 a metà del 2018 - puntualizza - gli arrivi attraverso il Mediterraneo in Italia sono diminuiti dell'85%. La pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i governi, come loro responsabilità, di decidere con razionalità e senza cedere all'emotività». Come dire, caro Matteo rilassati perché non c'è alcuna emergenza in corso. Sigillare i confini è «da irresponsabili».

Ma tant'è, adesso il Carroccio cerca sponde al Quirinale per trasformare una decisione giudiziaria in un caso politico. Quei 49 milioni di euro ereditati dal periodo bossiano e ora da restituire a Salvini pesano, quel verdetto non va giù. «Si tratta - sostengono fonti di via Bellerio - di un attacco alla Costituzione perché si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati. È una sentenza politica senza senso giuridico. Non abbiamo paura, qui c'è un clima di grande tranquillità e serenità anche se c'è la consapevolezza che ci vogliono impedire di lavorare ed esistere». E in replica al Csm, che ha espresso «preoccupazione per i toni inaccettabili», sempre fonti Lega avrebbero replicato: «Solo in Turchia, nei tempi moderni, un partito democratico e votato da milioni di persone è stato messo fuorilegge attraverso la magistratura».

Silenzio da M5s. Maurizio Lupi, Noi per l'Italia, chiede che «non si impedisca alla Lega di fare politica». Per il Pd si tratta di un atto «di una gravità inaudita», visto che Mattarella «è non solo un organo neutrale ma anche presidente del Csm».

Secondo Franco Vazio, vice-presidente della Commissione Giustizia della Camera, «chiamarlo in causa rappresenta una doppia mancanza di rispetto istituzionale».

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