Politica

Lega-Russia, Pd compatto nel chiedere le dimissioni di Salvini

Il caso dei presunti rubli alla Lega ricompatta il Pd dopo le tensioni degli ultimi tempi tra le varie correnti interne. Dopo Renzi anche Fiano, Zanda e Letta chiedono un passo indietro di Salvini: "Il ministro degli Interni si dimetta"

Lega-Russia, Pd compatto nel chiedere le dimissioni di Salvini

Dopo anni di litigi, discussioni e correntismo sfrenato, il Pd è finalmente unito. Che cos'è successo? Semplice: quando si tratta di strumentalizzare una vicenda che ha al centro un avversario politico, i dem mettono da parte le loro divisioni per azzannare la preda (anche in assenza di prove certe). La vicenda è quella dei presunti fondi della Russia alla Lega. E la preda, manco a dirlo, è Matteo Salvini. Da quando BuzzFeed ha sganciato la bomba - mediatica - a sinistra è tutta una gara a chi la spara più grossa e a chi si spinge oltre la soglia del politicamente corretto, sputando sentenze in nome di una presunta superiorità culturale e morale.

Il primo a scagliarsi contro il segretario della Lega è stato Matteo Renzi. L'ex premier, tra un commento su Wimbledon e un altro sul calcio femminile, ha twittato una foto di Salvini in compagnia dell'ex vicecancelliere austriaco Strache, che si era dimesso a maggio dopo un video in cui offriva contratti governativi in cambio della promessa di sostegno elettorale. "Questi sono i leader sovranisti di Italia e Austria. I loro collaboratori sono stati registrati mentre chiedono soldi russi: sovranisti coi rubli. Uno dei due si è dimesso. L’altro è Matteo Salvini #AltoTradimento", ha scritto Renzi. Da quel momento, molti esponenti del Pd si sono sentiti in dovere di sparare altre palle di cannone contro Salvini. Chiedendogli anche loro un passo indietro. Come il tesoriere Luigi Zanda, per il quale "Non è assolutamente opportuno, anzi è improprio, che Salvini continui a fare il ministro dell'Interno. Se in Gran Bretagna, in Francia, in Germania o in Spagna un ministro dell'Interno si trovasse coinvolto in una vicenda così nera e così equivoca, mi chiedo se rimarrebbe al suo posto un minuto di più". Questo malgrado i dubbi di Sergio Romano ed Eduard Limonov.

Altrettanto dura la presa di posizione di un altro ex presidente del Consiglio, Enrico Letta: "Un Ministro degli Interni, responsabile #sicurezza del paese, che dice e ripete il falso sul ruolo del suo collaboratore in #Moscopoli, dovrebbe essersi per questo già dimessosi in un paese democratico come l’Italia. #Salvini #Savoini ⁦@repubblica⁩". Infine, non poteva mancare Emanuele Fiano: "Matteo #Salvini ha mentito al paese. L'invito a #Savoini viene dalla sua segreteria. Da Claudio D'amico, 'consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del Ministro. L'Italia non può avere un Ministro dell'Interno che mente.

#SalviniDimettiti".

Commenti