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La Lega tenta l'accelerata sulla flat tax: ecco il minipacchetto

La Lega, in accordo col MoVimento 5 Stelle, ha presentato alla Camera un pdl che accennerebbe alla flat tax. Ecco cosa prevede e qual è il piano per la vera e propria rivoluzione fiscale. Ma arrivano le prime perplessità

La Lega tenta l'accelerata sulla flat tax: ecco il minipacchetto

Accennare ora alla flat tax per poi dar vita all'annunciata e promessa rivoluzione fiscale. Questo sembra essere parte del piano della Lega. Un tema che, con ogni probabilità, terrà banco tra gli scranni parlamentari sin dalla ripresa dei lavori. Negli uffici ministeriali, infatti, sarebbero ancora molte le persone all'opera per trovare il modo di procedere con un taglio delle tasse per le imprese. Una prima bozza di "tassa piatta" potrebbe già arrivare al traguardo a partire dall'inizio dell'anno prossimo.

La strategia è la seguente: aliquota fissa al 5% per le start up degli under 35 e degli over 55; sgravi fiscali per partite Iva; taglio lineare sull'Ires per le società di capitali, che passerebbero così dal dover pagare il 24% a dover versare allo stato il 15% del fatturato. In questo modo, così come segnalato oggi da Repubblica, l'Italia farebbe conoscenza con un preavviso di flat tax. Il medesimo provvedimento, poi, verrebbe applicato e raddoppiato in futuro alle famiglie. Matteo Salvini, del resto, ha più volte sottolineato di voler far ripartire le statistiche sulla natalità. Tanto che si è addirittura arrivati a parlare di quoziente familiare sul modello francese. Ma dovremmo essere, considerata la complessità e il costo di questi interventi, nel campo delle ipotesi.

Il capogruppo della formazione leghista Riccardo Molinari, intanto, ha presentato un progetto di legge in Parlamento. Il tutto sarebbe stato ponderato con l'ausilio del capogruppo alla Camera del MoVimento 5 Stelle. Segno, insomma, di come entrambe le forze facenti parte del "governo del cambiamento" siano unite nel tentare di portare a casa questa battaglia.

La "mini Flat Tax", così com'è già stata definita, dovrebbe prevedere - come riportato da IlSole24Ore - un'aliquota al 15% per le partite Iva e per quelle imprese che arrivano a un massimale "di ricavi e compensi" pari e non superiore a centomila euro. Ci sarebbe spazio anche per qualche facilitazione destinata a quei soggetti che sono iscritti al regime forfetario.

Il costo dell'operazione, nella sua totalità, appare proibitivo: 15 miliardi per un primo intervento; 3,5 per partite Iva e start up (pdl Molinari); 12 per le altre tipologie di imprese, da quelle individuali alle società per azioni. A sollevare qualche perplessità, pare sia stato lo stesso Armando Siri, teorizzatore ante litteram della tanto chiacchierata flat tax: "È vero - ha detto, secondo quanto riportato sempre da Repubblica - ci sono sgravi e bonus che si sovrappongono o che possono essere accorpati. Ma attenzione a non togliere da una parte per dare dall' altra. L' effetto dell'incentivo - ha dichiarato Siri - si annullerebbe. Noi contiamo sempre sugli introiti della pace fiscale e sulla sua capacità di stimolo all'economia".

Sulla presunta disparità che interesserebbe le grosse aziende nel momento in cui venisse approvata la "tassa piatta", Siri ha specificato che: "In quei casi, in presenza cioè di aziende che incassano utili importanti - potremmo chiedere loro di riconvertire la marginalità guadagnata in posti di lavoro o investimenti".

La flat tax, come i lettori ricorderanno, era nel programma del centrodestra, in quello della Lega e nel contratto firmato per la costituzione del "governo del cambiamento".

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