Politica

Una legge contro chi pesta gli agenti (per riuscire a chiuderli in galera)

La proposta depositata da Fratelli d'Italia punta ad alzare la pena minima per le violenze contro i poliziotti. Franco Zaffini: "Chi aggredisce le forze dell'ordine deve andare in carcere"

Una legge contro chi pesta gli agenti (per riuscire a chiuderli in galera)

Una legge per aggirare l'inghippo. Quante volte agenti e carabinieri malmenati hanno dovuto poi guardare inermi la rapida scarcerazione dei violenti? Già, perché se è vero che dare un pugno in un occhio a un poliziotto è un reato punito col carcere, spesso (dice Fdi) alla fine il condannato se la cava con misure alternative alla detenzione. Lo prevede la legge, per carità. I giudici si limitano ad applicarla. Ma la stortura potrebbe ora aver trovato una soluzione.

Il senatore di Fratelli d'Italia, Franco Zaffini, ha infatti depositato a Palazzo Madama un disegno di legge che magari Salvini potrebbe sponsorizzare (nonostante arrivi dall'opposizione). Il ragionamento è semplice: poiché oggi il Codice penale per i reati di minaccia, violenza e resistenza a pubblico ufficiale prevede "solo" una pena alla "reclusione da sei mesi a cinque anni", spesso chi alza le mani contro una divisa riesce a non finire in gattabuia (a meno che non abbia già collezionato precedenti). Il motivo? "Le attuali norme - dspiega Zaffini - prevedono misure alternative al carcere per coloro che vengono condannati a pene inferiori ai quattro anni". Tradotto: niente galera.

E così, per "proteggere gli agenti affinché possano svolgere al meglio il loro compito di tutela dei cittadini" e "evitare che le aggressioni subite dalle forze di polizia rimangano sempre impunite", FdI propone di alzare le pene previste per i reati di aggressione, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale "da quattro anni a dieci anni" prevedendo un'ipotesi aggravata quando si fa utilizzo di armi. In questo modo il giudice non potrebbe in nessun modo infliggere una sentenza inferiore a 48 mesi, rendendo di fatto automatico il passaggio dalla prigione per i malviventi.

"Le aggressioni avvengono mentre polizia, carabinieri, guardia di finanza, agenti penitenziari e municipali svolgono i loro compiti istituzionali - spiega il portavoce umbro di Fratelli d'Italia -.

Gli episodi che continuano a ripetersi, ultimo soltanto in ordine di tempo è quello avvenuto a Città di Castello dove due agenti del commissariato sono stati aggrediti in piazza davanti agli sguardi spaventati dei passanti, denotano indifferenza e arroganza da parte dei malviventi affatto intimiditi dalle divise considerate simboli sui quali poter sfogare frustrazioni e aggressività".

Commenti