Politica

Legge elettorale, tutto da capo: l'Italicum bis stoppato dal Pd

Il relatore ritira il testo base: "Il Pd non lo approva, troppi rischi". Si ricomincia a trattare. Ma Berlusconi accusa: "È una forzatura, serve una legge condivisa"

Legge elettorale, tutto da capo: l'Italicum bis stoppato dal Pd

Finisce ancor prima di iniziare il cammino parlamentare dell'Italicum bis. Il relatore Andrea Mazziotti prende atto del fatto che il suo testo base non avrà futuro e decide di ritirarlo, senza nemmeno metterlo ai voti. La sua è una resa non priva di accuse. "Ritengo che partire da un testo così poco condiviso in commissione e con prospettive a dir poco complicate al Senato sia molto rischioso - ammette l'esponente del Pd - ma se ci sarà un fallimento non sarà imputabile al parlamento, ma ai partiti a cui i gruppi parlamentari fanno capo. Perché veti non nascono qui. Arrivano dalle segreterie di partito".

Si ripartirà dalla proposta votata all'unanimità dall'ufficio di presidenza Pd che prevede il 50% di maggioritario e il 50% di proporzionale, i collegi, le coalizioni per costruire i collegi maggioritari e il no alle preferenze. Mazziotti si riserva di decidere se rimanere o meno relatore, ma molti tra i componenti della commissione (nonostante il Movimento 5 Stelle e Forza Italia chiedano che resti al suo posto) sono pronti a scommettere che "non resisterà". In pole come nuovo relatore del provvedimento c'è Emanuele Fiano, capogruppo dem in commissione. "Domani quando sarà nominato il nuovo relatore presenteremo il nuovo testo base", dice lui, che è tra i fedelissimi di Matteo Renzi, a fine riunione già calandosi nella parte. Il segretario dem è il primo sostenitore della legge: "Spero che il Pd possa convincere gli altri partiti ad andare verso il Mattarellum, se non al 75% come previsto dalla legge Mattarella, almeno al 50% come è nella proposta che il Pd ha avanzato. Spero che ci siano i numeri per farlo".

Renzi riunisce nel pomeriggio la cabina di regia con il vicesegretario Martina e i capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda e si dice convinto di riuscire a "portare a casa" il testo, sia alla Camera, che al Senato. Il "no" di Forza Italia, però, rimane netto. "Siamo molto perplessi per la unilaterale proposta del Partito democratico di un finto 'modello tedesco' (il cosiddetto Verdinellum, ndr), che cela un inapplicabile maggioritario e che mortifica il doveroso rapporto che deve esserci tra i voti espressi dai cittadini e gli eletti", attacca in serata Silvio Berlusconi chiedendo a tutte le forze politiche "senso di responsabilità ed equilibrio". Renzi però tira dritto, anche sui tempi. "Rimangono quelli stabiliti", dice ai suoi. Alla Camera Mazziotti parla già di "slittamento inevitabile" e con lui i piccoli partiti. Sono proprio loro che il segretario dem prende di mira. "Vogliono perdere tempo, poi mi dicono che avere o non avere il presidente della commissione Affari costituzionali non sposta nulla", ragiona facendo riferimento a quanto accaduto in Senato.

"Noi ci siamo - ribadisce pensando al pressing del Colle - il Pd è responsabile, vediamo gli altri".

Commenti