Politica

Una legge salva-nonni: "Sono loro il porto sicuro"

La proposta di Brambilla (Fi): "In caso di allontanamento dei bimbi dai genitori, devono essere la soluzione prioritaria"

Una legge salva-nonni: "Sono loro il porto sicuro"

Nei contenziosi matrimoniali c'è un altro anello debole oltre ai figli. Sono i nonni, spesso tenuti lontano dai nipoti. Il loro «diritto di visita» è previsto per legge, ma è poco conosciuto e a volte disatteso dai tribunali.All'incontro «Il diritto di crescere con i nonni» ieri a Milano, promosso da Forza Italia e dall'Associazione nonne e nonni penalizzati dalle separazioni (A.No.P.S. onlus), si è parlato di quanti bambini ancora vengono privati di una fetta tanto importante di famiglia. «I nonni devono essere messi in condizione di far valere questo diritto, quando ne ricorrono le circostanze - spiega la deputata di Fi Michela Vittoria Brambilla e presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza -, perché hanno un ruolo determinante nell'educazione di bambini e ragazzi e più in generale nella trasmissione di conoscenze ed esperienze alle giovani generazioni». La presenza dei nonni è un tassello fondamentale per permettere a un figlio di genitori separati di mantenere un rapporto equilibrato sia con il padre sia con la madre. E con i parenti di entrambi i rami della famiglia. La legge riconosce il diritto di frequentare i nipoti e la possibilità di rivolgersi al tribunale in caso di difficoltà. Nonostante le norme però esistono ancora lacune da colmare. Ad esempio quando è necessario allontanare il bambino dalla famiglia, non sempre si pensa ai nonni come soluzione principale.Ecco perché l'ex ministro Brambilla propone una legge sull'allontanamento del minore dalla residenza familiare in casi di emergenza. «La proposta - sottolinea la deputata azzurra - contiene un importante riconoscimento del ruolo dei nonni. Consolidando la prassi infatti, definisce prioritario il collocamento del minore allontanato presso parenti entro il quarto grado ritenuti idonei e disponibili e con i quali il minore abbia rapporti significativi. Si riconosce esplicitamente insomma che il luogo sicuro dove collocare il minore, di cui parla l'articolo 403 del Codice civile può essere benissimo la casa dei nonni. Anzi, questa soluzione, se non contrasta con l'interesse del minore, deve avere la precedenza». A garanzia della famiglia d'origine poi la proposta di modifica della norma in vigore prevede che «la decisione delle autorità amministrative sia subito sottoposta al vaglio della magistratura». E «al momento di convalidare una misura di allontanamento, impone di considerare prioritariamente il collocamento presso i parenti, come i nonni, e prescrive ai servizi sociali di attivare entro dieci giorni un progetto di sostegno funzionale al reinserimento del minore presso i genitori». I problemi nell'affido, aggiunge Michela Vittoria Brambilla, «in buona parte derivano dalla disapplicazione, o dall'applicazione in maniera disomogenea del principio della bigenitorialità e dell'affido condiviso. In alcuni casi registriamo l'espansione della discrezionalità del giudice, di per sé una rilevante garanzia costituzionale, oltre il dettato della legge, la tendenza a restaurare di fatto il vecchio principio del genitore prevalente». È pronta un'interrogazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano, conclude la deputata Fi, «per sapere se intende promuovere in tutti i Comuni l'istituzione del Registro per il diritto del minore alla bigenitorialità».

Permetterebbe a scuole e aziende sanitarie di fornire a tutti e due i genitori separati le informazioni sui voti e sulla salute dei figli.

Commenti