Economia

La legge di Stabilità agita i sonni di Tesoro e Colle

La legge di Stabilità agita i sonni di Tesoro e Colle

Ufficialmente vanno d'amore e d'accordo. Non c'è dichiarazione sull'economia di Matteo Renzi, che non sia accompagnata da un riferimento al lavoro del ministro dell'Economia.

Negli ultimi giorni, anche Pier Carlo Padoan si dà un gran da fare per sembrare d'accordo con il premier. La detassazione della casa? Giusta, in Italia può funzionare «relativamente» meglio di una riduzione del costo del lavoro. Le riforme? L'Italia sta andando avanti.

Dietro la disciplina governativa (alla quale Padoan non è mai venuto meno) ci sono però tutte le preoccupazioni per una legge di Stabilità che si annuncia impegnativa. Soprattutto per il suo dicastero. È noto come i provvedimenti varati dal governo non passino quasi più per i ministeri competenti. La riforma fiscale non è stata nemmeno esaminata dagli uffici legislativi dei dicasteri. È restata dentro Palazzo Chigi. Un modo per tagliare fuori i «burocrati» che il presidente del Consiglio non ama molto. E per non farsi condizionare dai paletti della Ragioneria dello Stato.

Ma ci sono anche gli annunci, che il premier non si fa mai mancare. L'eliminazione della Tasi e dell'Imu sulla prima casa ha colto di sorpresa l'Economia. Sulle pensioni il ministero aveva raffreddato gli entusiasmi di chi vuole superare la riforma Fornero e la sua tesi aveva fatto breccia anche a Palazzo Chigi. Fino a quando Renzi non ha deciso di mettere anche questo dentro la legge di Stabilità, che sembra sempre più una vecchia legge finanziaria pre elettorale. Infine la rinuncia, teorica, a tagli traumatici alla sanità.

Da qui i mal di pancia di via XX Settembre. Padoan dovrà fare digerire alla Commissione europea un rapporto deficit Pil oltre il limite concordato dello 0,4%. Più un ipotetico 0,2% per fare fonte alle spese per i rifugiati. Poi il rinvio del pareggio di bilancio al 2018. Se ci si mette una riforma delle pensioni di manica larga diventa tutto difficile.

Sul fronte interno le cose non sono più facili. I saldi sono a rischio - come ha riconosciuto l'ufficio parlamentare di bilancio presieduto da Giuseppe Pisauro - perché i risparmi sono ipotetici, sulla crescita c'è troppo ottimismo e la riduzione del debito è traballante. Se ci sono dei problemi (ed è scontato che ci siano) spunteranno durante la sessione di bilancio. Lo sa il presidente del Consiglio Renzi, lo sa il ministro Padoan. E, si dice dalle parti della maggioranza, lo sa bene anche il presidente della Repubblica. Gli uffici del Quirinale sono allertati e si preparano agli straordinari per la legge di Stabilità.

Per il governo non è una buona notizia.

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