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Legge di Stabilità, la minoranza dem ora torna all'attacco

Sono otto gli emendamenti depositati e "firmati da una trentina di deputati del Partito democratico"

Legge di Stabilità, la minoranza dem ora torna all'attacco

La minoranza democratica torna all'attacco. Questa volta il tema del contendere è la Legge di Stabilità. Sono otto gli emendamenti depositati e "firmati da una trentina di deputati del partito democratico". Ad annunciarlo è Stefano Fassina, nel corso di una conferenza stampa alla Camera. L'obiettivo, spiega l'ex viceministro dell'Economia, "è correggere il segno della politica economica del governo che non affronta in modo adeguato i problemi che ha di fronte il Paese".

"Non vi è nessun emendamento specifico che riguarda i tagli ai trasferimenti a regioni, province e comuni, non perché riteniamo che siano sostenibili, al contrario condividiamo quando detto da Chiamparino, Fassino e Bosone sull’insostenibilità dei tagli, che vanno ad incidere su servizi fondamentali. Una parte di queste risorse le vorremmo recuperare attraverso la ridistribuzione delle risorse previste per il bonus Irpef, Bebè e per il sostegno all’inclusione attiva", spiega l'esponente della minoranza.

Che poi aggiunge: "Da quegli interventi passa un pezzo importante del welfare e come è oggi la situazione inevitabilmente peserà sui soggetti più deboli e quindi, per il fatto che l’equità è una variabile macroeconomica, anche sulle prospettive di ripresa". Negli emendamenti presentati dalla minoranza del Pd alla legge di stabilità viene affrontato anche il problema del Mezzogiorno. "Lì c'è il rischio vero di desertificazione industriale, l'emigrazione ha assunto dimensioni che non conoscevamo dagli anni 50, soprattutto di giovani qualificati.

Noi prevediamo che la quota di risorse che viene dal dimezzamento del cofinanziamento all'Unione europea debba rimanere al Sud, e vada spesa anche attraverso poteri sostitutivi delle amministrazioni centrali rispetto a quelle territoriali".

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