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"Leggi più severe che scoraggino i delinquenti". La politica torna a chiedere il diritto alla sicurezza

Un anno e mezzo fa la Lega Nord aveva presentato una proposta per rafforzare la norma. Gelmini: «Chiediamo al governo di togliere il provvedimento dal cassetto»

"Leggi più severe che scoraggino i delinquenti". La politica torna a chiedere il diritto alla sicurezza

È trascorso un anno e mezzo da quando la Lega Nord ha presentato una proposta di legge per rafforzare la legittima difesa. Il testo, che ha come primo firmatario il deputato Nicola Molteni, non è riuscito neppure a superare l'esame della Camera, e si trova impantanato in commissione Giustizia. La riforma, che sembrava essere finita nel dimenticatoio, è tornata d'attualità il mese scorso, quando Mario Cattaneo, ristoratore della provincia di Lodi, ha ucciso un ladro che cercava di introdursi nel suo locale. Con l'omicidio di Davide Fabbri, avvenuto nella notte di sabato a Budrio, cittadina a trenta chilometri da Bologna, il tema è tornato ancora una volta d'attualità.

Il testo della Lega era approdato in aula il 21 aprile dello scorso anno, al termine di una faticosa mediazione. I leghisti avevano rinunciato alla «difesa sempre legittima» nei confronti di chi si introduce in un'abitazione o in un locale.

Il Partito democratico, in cambio, aveva fatto passare un emendamento, a firma di David Ermini, che avrebbe allargato lo spettro delle attenuanti per chi sceglie di difendersi in condizioni «di grave perturbamento psichico». Tali circostanze possono ad esempio verificarsi in caso di aggressioni notturne da parte di individui armati, oppure in presenza di bambini e anziani. In tutti questi casi, l'eccesso di legittima difesa sarebbe stato da escludere. Sembrava fatta. Non per Area popolare che, spalleggiata dal Partito democratico, ha rispedito la riforma in commissione provocando le dimissioni del relatore. Da lì in poi, le sabbie mobili.

La Lega, che aveva già in programma una manifestazione in favore della legittima difesa il prossimo 25 aprile a Verona, chiede per bocca del senatore Roberto Calderoli «maggiore severità». «Servono leggi che facciano da deterrente, che scoraggino chi intende delinquere», prosegue Calderoli, che si augura «pene esemplari per chi aggredisce la proprietà altrui» e che «l'eccesso di difesa sia eliminato». Gli fa eco il segretario del partito Matteo Salvini, che torna a chiedere «una difesa sempre legittima. Se quel povero barista avesse avuto la possibilità di difendersi, probabilmente piangeremmo un morto in meno». Prova «Rabbia e dolore» la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che dal suo profilo Facebook si scaglia contro «le anime belle della sinistra, che si scandalizzano quando i cittadini si difendono da soli. La storia di Davide racconta il destino tragico al quale spesso va incontro chi non riesce a difendersi». La legittima difesa «è un principio sacrosanto».

A chiedere un rafforzamento delle norme in materia di difesa personale, non ci sono soltanto i «lepenisti». Anche Maria Stella Gelmini, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, chiede al governo di smetterla «di tenere il provvedimento nel cassetto». Rincara la dose Ignazio Messina, segretario nazionale di Italia dei Valori, che parla di «una maggioranza incapace di mettere in discussione e di approvare la proposta di legge popolare promossa lo scorso anno da IdV, e firmata da oltre due milioni di persone».

A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato il sindaco di Budrio, Giulio Pierini, che ha messo in guardia dalle strumentalizzazioni: «Appropriarsi di un fatto del genere allo scopo di conquistare consensi non risolve il problema. La questione è che quando qualcuno compie un reato, anche se piccolo, va punito».

Oggi si rischia che i colpevoli rimangano in cella poche ore.

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