Politica

Legittima difesa, si sveglia pure il Pd: emendamenti per tutelare chi si difende

Esclusa la colpa se c'è il rischio di «turbamento» e rimborsi per chi è assolto

Massimiliano Scafi

Roma Sarà il clima pre elettorale, sarà l'aria che tira tra la gente dopo gli ultimi fatti di cronaca: secondo infatti un sondaggio di Swg, per il settanta per cento degli italiani chi reagisce a una rapina va tutelato e per il 43 è giusto difendersi con ogni mezzo. Quale che sia il motivo, il Pd ha comunque cambiato rotta, presentando due emendamenti al testo sulla legittima difesa all'esame della commissione Giustizia della Camera. Le modifiche, firmate da Franco Vazio e dal capogruppo Walter Verini, allargano escludono la colpa quando c'è il rischio di un «turbamento psichico» e impongono allo Stato il rimborso delle spese in caso di archiviazione o assoluzione anche in primo grado.

Una mezza svolta, forse ancora insufficiente per arrivare a un provvedimento trasversale e condiviso, ma che basta per rincollare la maggioranza e far cancellare ad Ap un incontro pubblico già programmata. Il partito di Alfano avrebbe dovuto proporre la cancellazione dell'eccesso colposo di legittima difesa per chi protegge l'incolumità propria o altrui e dei beni, però il colpo è rimasto in canna. Così alla fine sono in tutto 57 gli emendamenti depositati entro la scadenza dei termini. Già in serata la commissione inizia l'esame nel merito: il provvedimento andrà in Aula la prossima settimana, dopo le festività pasquali, ma si dovrà mettere in fila perché prima l'assemblea dovrà affrontare un'altra rogna, il testamento biologico.

La riforma non sarà comunque una passeggiata, lo si capisce anche dalla parole di Pietro Grasso. «Io non credo - dice incontrando degli studenti a Bari - che si possa ritornare ai tempi del Far West, con la pistola nella fondina, a spararsi nelle strade gli uni con gli altri». Un magistrato l'altro giorno ha confessato di tenere un'arma sempre a portata di mano, contro eventuali aggressioni. «Non ho condiviso quelle affermazioni, non l'avrei fatto neanche se le avesse fatte un cittadino». Il presidente del Senato considera buona la norma vigente sulla legittima difesa «così come congegnata dal nostro codice; naturalmente sta ai giudici valutare i casi e, di volta in volta, applicare, con equità, in relazione alle situazioni, la giusta pena o l'assenza di responsabilità». Grasso capisce «che nei momenti di paura è difficile restare freddi». Però, «se tu mi rubi il portafoglio viene colpito un bene economico, non la mia incolumità, non la mia vita. Allora devo cercare di reagire con proporzione rispetto a quello che mi hai fatto, forse ti inseguo, cerco di riprendere il portafoglio.

Ma se ti uccido c'è una sproporzione tra il bene della vita e il bene economico».

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