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L'eleganza per ogni età: 50 anni di Bottega Veneta con la diva e la top model

In passerella Lauren Hutton, 72 anni, attrice di «American Gigolò»: le icone non hanno scadenza

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Milano La vera eleganza non ha età e soprattutto non mente. Lauren Hutton, 72 anni, lo stesso corpo perfetto di quando nel 1980 girò American Gigolò, il viso bello, sorridente e rugoso di una donna che non si è fatta trasformare in un cerbiatto impagliato dalla chirurgia estetica, sfila per Bottega Veneta nel chilometrico porticato dell'Accademia di Brera. Oh the shoes esclama in evidente difficoltà per l'altissima zeppa degli stupendi sandali in coccodrillo che Tomas Maier, da 15 anni alla guida creativa della raffinata griffe fondata 50 anni fa a Vicenza, le ha fatto indossare con un trench tanto semplice quanto sublime. Gli applausi si sprecano al suo passaggio e sfiorano la standing ovation quando nel gran finale ricompare al braccio di Gigi Hadid, 21 anni, la top del momento. «Le icone non hanno data di scadenza» esclama il designer sommerso di baci e complimenti nel backstage. Per la sfilata dei due anniversari di Bottega, Maier ha infatti creato la quintessenza dell'eleganza estiva: gonne e camicette del più raffinato cotone del mondo, abiti tagliati a chemisier o redingote incredibilmente lussuosi, vestiti in maglia da togliere il fiato, giacche divine, pantaloni pennellati addosso, accessori da perdere la testa. Sfilano in tutto 90 look, 27 da uomo e neanche uno banale. Alla fine esce anche il designer circondato dagli assistenti e da alcuni degli artigiani che rendono possibile l'impeccabile confezione di questi piccoli capolavori. Ad applaudire oltre al circo Barnum della moda e alla solita schiera di vip, ci sono le maestranze, 200 persone venute apposta dal veneto. «Dedico la collezione alla tradizione artigianale italiana: questo marchio non potrebbe esistere senza la vostra cultura del fare» conclude con inconfondibile rigore teutonico.

Verrebbe voglia di spedire il commento alla Merkel, ma alla fine una delle poche cose sane del mondo della moda è il suo essere internazionale. Infatti oggi il marchio Jil Sander fondato a suo tempo da una geniale signora di Amburgo, è l'italiano Rudy Paglialunga. Solitamente bravissimo, stavolta il nostro eroe sembra scivolare sulla buccia di banana delle tendenze maneggiate senza un vero punto di vista. Ecco quindi le spalle esagerate che riecheggiano il lavoro di Demna Gvasalia (il nuovo beniamino del fashion system) per il marchio Vetement. Il plissè ricorda molto il lavoro di Miyake con Pleats Please, mentre un capo con le spalle a giara segnate da piccole ruche sembra un omaggio a una delle più famose creazioni di Krizia negli anni Ottanta. Inevitabile una domanda da profani: ma chi se la metterà questa roba? «Tutti quelli troppo giovani per ricordare» risponde ridendo Lorenzo Serafini, talentuoso designer di Philosophy. Lui infatti ha una vera e propria ossessione per Brooke Shields e dedica la collezione al film Laguna Blu, o meglio all'idea di una bella naufraga che si veste con capi vittoriani spiaggiati come lei su un'isola tropicale. Il risultato è delizioso.

Molto carina anche la sfilata di Simonetta Ravizza con tanti bei completi gonna (o pantaloni) più giacca e gilet in camoscio, disegni navajo anche sulle pellicce e il giubbotto jeans doppiato di pelo che negli anni Novanta l'ha fatta conoscere.

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