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L'Ema va ad Amsterdam e il M5S vota contro l'Italia

Svanisce un'altra speranza per Milano. E il trasloco dell'Agenzia del farmaco passa con il sì dei grillini

L'Ema va ad Amsterdam e il M5S vota contro l'Italia

Il Parlamento europeo, nonostante i ritardi, le inadeguatezze e le opacità, ha approvato il trasferimento dell'Ema da Londra ad Amsterdam, anche se ha posto delle condizioni. La novità (per la verità una triste costante della nostra storia) è che la delegazione italiana si è divisa. A favore della mozione che dà il via libera alla candidatura olandese, il Movimento 5 stelle. Contrari Pd, Forza Italia e Lega.

Il voto dei pentastellati non è stato determinante, visto che i voti a favore sono stati 507 voti e 112 i contrari. Conta il gesto e la valutazione divergente su quali sono gli interessi nazionali. «Pur essendoci una riserva, il testo finale accoglie definitivamente la candidatura di Amsterdam. La nostra opinione è invece che la scelta sia ancora sub iudice», spiega Massimiliano Salini, deputato italiano del Ppe, che sottolinea due «elementi rilevanti» che dovrebbero fare escludere la città olandese come sede dell'Autorità del farmaco. La sede provvisoria non è pronta, «tanto che le attività di formazione dei funzionari dell'Ema sono state sospese per carenza di spazi». Poi la vicenda delle imprese costruttrici che hanno ammesso di non potere consegnare in tempo l'edficio che dovrà ospitare la sede definitiva.

La mozione, in realtà non chiude definitivamente le porte a Milano. «Al momento Amsterdam non è in discussione», ma lo sarà «se non faranno ciò che hanno promesso di fare», ha spiegato il realtore Giovanni La Via. «Rispetto a quelle che erano le posizioni in Parlamento dei diversi gruppi politici, non credo si potesse fare di più». La mozione, insomma, è il massimo ottenibile. Ma gran parte degli eurodeputati italiani hanno deciso comunque di dare un segnale di contrarietà.

Non il M5S che, prevedendo le polemiche, ha spiegato la scelta di appoggiare la risoluzione pro Olanda. «Votare no oggi alla relazione avrebbe significato perdere le ultime speranze per Milano, perché si sarebbe cancellata la proposta della Commissione lasciando inalterata la decisione già presa a novembre da 27 Stati membri a margine del Consiglio Ue».

Non la pensa così il comune di Milano. «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare sia durante la presentazione della candidatura, che nelle settimane successive dell'estrazione a sorte. Troveremo un'altra sfida», ha commentato il vicesindaco Anna Scavuzzo.

Delusa Mariastella Gelmilini, coordinatrice azzurra della Lombardia. Quello di ieri è «l'ultimo schiaffo al governo italiano che non ha saputo promuovere la candidatura di Milano e non è stato in grado di far valere il diritto».

D'accordo il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli: «Una decisione importante non può essere affidata alla sorte».

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