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L'eredità del centrodestra: 61 riforme con Berlusconi

Altro che «moderati senza identità» come ha scritto Galli della Loggia. Ecco cosa ha realizzato il Cav

L'eredità del centrodestra: 61 riforme con Berlusconi

Renzi fa una politica di destra e quindi la destra italiana («che non ha identità») cosa ci sta più a fare? Ernesto Galli della Loggia azzarda in uno dei suoi editoriali sul Corriere della Sera una tesi di cui si fatica a non individuare l'immediata contraddizione. Tanto più che il professore dipinge la destra come «una posizione politica animata essenzialmente da uno spirito di contrasto e abituata ad agire di rimessa».

Inevitabile di fronte a un campionario di misure e proposte renziane dall'evidente copyright berlusconiano concedersi una risposta immediata e diretta di Augusto Minzolini su Twitter: «Galli della Loggia parla di destra senza cultura quando Renzi la copia! Semmai è vero che esercita egemonia culturale su Renzi. Pure il Ponte ha copiato!». Così come verrebbe naturale chiedersi, ribaltando l'assunto di partenza, cosa ci sta a fare oggi la sinistra che non ha più una politica propria, essendosi appropriata di quella della destra creandone un surrogato?

Mara Carfagna in una lettera aperta a Galli della Loggia scrive: «Renzi non sta sostituendo gli ideali del centrodestra, sta facendo finta di farlo. Soprattutto in politica economica. E lo sta facendo esclusivamente a fini elettorali per vincere un referendum che può segnare la durata della sua vita politica. Gli ideali profondi di politica economica del centrodestra non li sfiora nemmeno».

Ideali, ma evidentemente anche riforme. Perché è impossibile sostenere numeri alla mano che nel cosiddetto «Ventennio berlusconiano» (creazione di pura fantasia visto che al governo in realtà il centrodestra c'è stato 9 anni, meno della sinistra) nessuna riforma sia stata realizzata. Il grafico pubblicato in questa pagina ricorda 61 provvedimenti e riforme approvate dai governi Berlusconi. Misure che hanno inciso sulla nostra vita quotidiana e continuano a farlo (laddove il centrosinistra non è intervenuto a ripristinare lo status quo).

Alcuni esempi? La riforma Maroni delle pensioni che ha assicurato sostenibilità finanziaria al sistema; la Legge Biagi che puntò a valorizzare una serie di forme contrattuali alternative in un momento in cui quasi un quarto del mercato del lavoro italiano era sommerso; l'eliminazione dell'imposta di successione; il bonus bebè; la Bossi-Fini per governare l'immigrazione e concedere il permesso di soggiorno soltanto a fronte di un contratto di lavoro; l'abolizione della leva militare obbligatoria, misura su cui i diciottenni di oggi dovrebbero confrontarsi con i loro padri per comprenderne la portata; l'abolizione dell'Ici; la creazione della social card; l'aumento delle pensioni minime; la trasparenza nella PA targata Brunetta che tante resistenze incontrò in ambito sindacale; la patente a punti; il divieto di fumo nei luoghi e nei locali pubblici, ovvero la Legge Sirchia, imitata poi da altri Paesi. Oggi diamo per scontato che in certi luoghi non si possano accendere sigarette, per impedire che i danni del fumo passivo si estendano a tutti gli avventori di uno spazio chiuso, ma all'epoca la legge fece scalpore e incontrò vari detrattori, tra cui i gestori dei locali e i produttori di tabacco.

A queste vanno aggiunte a) la riforma costituzionale che abolì il bicameralismo perfetto e ridusse il numero dei parlamentari, cancellata dal referendum voluto dal Pd nel 2006 b) la Fitto-Ronchi, ovvero la riforma dei servizi pubblici locali che imponeva l'obbligatorietà delle gare per l'assegnazione della gestione di un servizio e il divieto di assunzione per parenti fino al quarto grado di parentela (cancellata dal referendum basato sulla surreale tesi della «privatizzazione dell'acqua»); c) le riforme della scuola e dell'università targate Letizia Moratti prima e Mariastella Gelmini poi. Difficile, insomma, ancorarsi ad affermazioni generiche e apodittiche sulle «mille riforme mille volte promesse».

Meglio diradare la nebbia, esercitare la memoria ed entrare nel merito.

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