Inferno sulla A14

"L'età media dei tir è 11 anni: troppo Con la tecnologia si evitano incidenti"

L'allarme del presidente di Unrae Veicoli Industriali: «Basta ritardi»

"L'età media dei tir è 11 anni: troppo Con la tecnologia si evitano incidenti"

Ancora una volta i problemi vengono a galla solo dopo una tragedia.

«Da tempo chiediamo che si adottino provvedimenti per lo svecchiamento del parco mezzi - risponde Franco Fenoglio, presidente di Unrae Veicoli Industriali, l'associazione degli importatori di mezzi pesanti in Italia -; ne vogliamo parlare con urgenza al ministro dei Trasporti. Più volte abbiamo affermato che con troppi automezzi obsoleti sulle strade gli incidenti sarebbero aumentati. L'età media dei camion in circolazione è di 11,3 anni».

Solo il 4,2% dei camion è dotato dei più avanzati sistemi di sicurezza, tra l'altro obbligatori dal 2015. In particolare, quello per la frenata d'emergenza (Aebs) e il dispositivo che avvisa quando si devia dalla corsia di marcia (Ldw).

«Con la frenata di emergenza le conseguenze dell'incidente sulla tangenziale di Bologna non sarebbero state così gravi. L'aggravante riguarda, comunque, la sostanza trasportata dalla cisterna. Dal novembre 2015 per gli autocarri sono obbligatori la frenata d'emergenza e il sistema di mantenimento della corsia».

E poi c'è il delicato tema degli autisti, sollevato proprio da Unrae Veicoli Industriali.

«C'è bisogno di forze nuove che abbiano dimestichezza con questi nuovi sistemi. Nei prossimi anni saranno 20mila i posti di lavoro in questo ambito. È un progetto che mira a risollevare l'immagine del comparto. Non è giusto che per un incidente, come accade, tutta la categoria sia messa sotto accusa. Guidare un camion di nuova generazione è un mestiere bello e importante. Si cercano ragazzi che abbiano la passione per questo lavoro. La ricerca di nuovi conducenti rappresenta senza dubbio una buona notizia per l'economia e l'occupazione».

Sulle strade tanti autisti di camion non sono italiani.

«Un autista dell'Est costa, alla società di trasporto, circa 1.600/1.800 euro al mese rispetto ai 5.000 euro di un conducente italiano. C'è un problema di dumping sociale. Anche in questo ambito l'Europa si presenta disunita. Il nostro trasporto dev'essere guardato come qualcosa di strategico. Occorre una svolta, anche per impedire che le aziende italiane vadano a cercare conducenti esteri. E questo a causa dei costi di trasporto elevati in Italia».

Il sistema infrastrutturale fatica a reggere ai volumi di traffico attuali, soprattutto a quelli dei veicoli industriali.

«È il Mezzogiorno, in particolare, a non sopportare più questi livelli di traffico. Bisogno cominciare a pensare seriamente alle smart road, dove grazie alla telematica, all'elettronica e all'innovazione si arriva a interfacciare la strada con il veicolo industriale. Ci sono aziende del nostro settore molto avanti su questo aspetto ed è possibile, senza spendere tanti soldi, dare concretezza a una svolta all'insegna della connettività e della sicurezza».

L'incidente di Borgo Panigale porta come conseguenza un luogo comune: Tir uguale a «mostro».

«Abbiamo assistito a una tragedia assurda. Quell'incidente non doveva succedere. È comunque vero che molte volte gli autisti di questi veicoli sono sottoposti a situazione negative. Basta guardare, per esempio, dove sostano nelle piazzole delle autostrade. Anche qui bisogna fare di più».

Troppi i viaggi «scarichi».

«Molte imprese del settore sono impegnate a combattere questo fenomeno. Il 40% dei camion, infatti, circola senza carico. La tecnologia e la connettività possono rendere tutto più razionale.

E sulle strade e autostrade si avrebbero anche meno autocarri».

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