Con riferimento all'articolo «Andreotti muore. Vive l'odio», da me redatto e pubblicato sul quotidiano il Giornale alcuni giorni dopo la morte del senatore Andreotti e alle dichiarazioni rilasciate nel corso della trasmissione radiofonica «Un giorno da Pecora» del 6 maggio 2013 mi preme sottolineare quanto segue. Successivamente alla notizia della querela proposta dal Dottor Caselli nei miei confronti e del Direttore della testata e al rinvio a giudizio di entrambi, predisponendo la mia difesa, ho riletto l'articolo ed ascoltato le mie dichiarazioni e mi sono reso conto - anche alla luce di approfondimenti e controlli da me compiuti sulla vicenda relativa al processo penale che aveva visto coinvolto il senatore Andreotti - che i fatti da me riportati in merito a questo processo non corrispondevano al vero e che le fonti delle notizie in cui riponevo piena fiducia, si erano rivelate inattendibili.
Di quanto è accaduto e dell'offesa arrecata al Dottor Caselli, magistrato noto per l'estrema correttezza, professionalità e indipendenza, mi rammarico sinceramente.
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