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L'Europa vista da Salvini: "Ora siamo un modello"

Al G6 di Lione spiega: "Noi come l'Australia". Ma promette corridoi umanitari per donne e bambini

L'Europa vista da Salvini: "Ora siamo un modello"

Matteo Salvini da carnivoro a vegano? Il vicepremier leghista si presenta al G6 di Lione per una serie di incontri bilaterali in veste, apparentemente, moderata dopo giornate tesissime e duri scambi con Bruxelles. «Toni bassissimi, cravatta allacciata, ultimo bottone della camicia chiuso posso invitare a cena Juncker in un ristorante vegano, in maniera assolutamente sobria», esordisce così il ministro dell'Interno al termine dei colloqui dai quali assicura di emergere soddisfatto perché ora l'Europa in tema di flussi migratori guarda al modello italiano. E quale sarebbe? Salvini aspira al No way australiano del quale spiega di aver diffusamente parlato con vari colleghi europei.

Peccato che a quel modello si possa soltanto aspirare visto che la sua realizzazione comporterebbe investimenti economici che al momento l'Italia non può permettersi e per i quali non ci sono accordi Ue. L'Italia soprattutto non ha accordi bilaterali di rientro con i Paesi di origine dei migranti, come invece hanno Down Under. Insomma le dichiarazioni del leader del Carroccio vanno prese con le pinze anche quando sono assolutamente condivisibili. Come quando Salvini annuncia «la riapertura» dei corridoi umanitari. «Siamo così cattivi che sto lavorando per riaprire corridoi umanitari, che possano portare in Italia, non in barcone, ma in aereo, già questo mese, donne e bambini che scappano dalla guerra - annuncia Salvini - Conto entro ottobre di andare ad accogliere i primi che arrivano a Fiumicino». Per la verità alla fine del giugno scorso, con il governo giallo verde già insediato, sono arrivati in Italia 140 profughi dall'Eritrea grazie ai progetti finanziati dalla Chiesa e organizzati dalla Comunità di Sant'Egidio che il vicepremier aveva gi à annunciato di voler sostenere . Con i corridoi umanitari comunque i numeri degli arrivi sono sempre stati abbastanza contenuti. Con questa scelta Salvini si allinea a quella del suo predecessore al Viminale, Marco Minniti, che aveva annunciato di voler promuovere i corridoi umanitari che garantiscono un arrivo più «sicuro» ai rifugiati.

Il vicepremier sceglie toni molto diversi quando torna a parlare della questione dei migranti secondari e del contenzioso con la Germania: non sono previsti voli charter alla volta dell'Italia con migranti secondari, garantisce il vicepremier. «Non c'è negli accordi, dovrebbero essere rimpatri singoli», assicura Salvini che poi però precisa: «per buona volontà accettiamo dei gruppetti ma aerei carichi di migranti dalla Germania da noi non arriveranno». Il vicepremier non ha potuto che confermare l'evidenza: anche da quando è al governo l'Italia ha riaccolto i cosiddetti dublinanti in piccoli gruppi. Ma, conclude Salvini «Nessuno considera più l'Italia il campo profughi d'Europa».

Il decreto Salvini ieri ha prodotto il suo primo effetto. Il giro di vite per gli stranieri che delinquono si abbatte sul gambiano che ha aggredito la polizia al Cara di Foggia. Il richiedente asilo, Omar Jallow, aveva ottenuto la protezione umanitaria ma era in attesa di rinnovo. Dopo l'aggressione ai poliziotti e grazie all'accelerazione della procedura prevista dal decreto il gambiano rischia l'espulsione immediata.

Intanto il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, denuncia: «Qui gli sbarchi non si sono mai fermati».

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