Cronache

Per levargli lo strazio mi sarei straziato io

Favorevole all'eutanasia, come al suicidio assistito, non ho dubbi che aiuterei una persona cara, che soffrisse atrocemente e senza speranza

Per levargli lo strazio mi sarei straziato io

L'essenza di tutte le religioni, e dell'etica laica, è una sola: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te («ama il prossimo tuo come te stesso» è solo per i santi). Favorevole all'eutanasia, come al suicidio assistito, non ho dubbi che aiuterei una persona cara, che soffrisse atrocemente e senza speranza, a procurarsi una morte dolce. Anche se in Italia commetterei un reato gravissimo. In molti paesi europei - più attenti alla difesa dell'individuo - non è così. Viene concessa in vario modo la possibilità di scegliere una morte non lentissima, non dolorosissima, non traumatica. In Belgio, nel 2014, si sono spinti più avanti, stabilendo che si può ottenere la «dolce morte» anche per i propri figli, malati terminali, con l'accordo del medico curante e delle autorità. Quando è apparsa la notizia che è avvenuto davvero - poche righe senza dettagli - il mio pensiero istintivo è stato che non avrei mai scelto quella soluzione per uno dei miei bambini, che avrei sentito di non averne il diritto, che non sono il padrone della loro vita e della loro morte. E che comunque lo strazio - mio e di sua madre - sarebbe stato troppo grande per poterlo affrontare. Se è vero che vedere un figlio morire è il dolore peggiore che un essere umano possa provare, essere proprio tu a deciderlo deve essere peggio che uccidere se stessi. Solo a questo punto, però, ho capito che mantenere in vita il minore - per poco, senza speranza, sofferente - sarebbe soltanto un atto di egoismo. Significherebbe non volermi assumere la responsabilità di scegliere per lui, di togliergli la vita dopo avergliela data. Significherebbe lasciarlo nello strazio per risparmiarne uno a me, sarebbe non fare proprio a lui - l'essere che amo di più al mondo - quello che vorrei fosse fatto a me. Chiederei di farlo morire, credo, pur sapendo che ciò non mi farebbe sentire né più buono né più giusto; che il resto della mia vita sarebbe tormentato da un rimorso sordo, dal dubbio continuo: e se... Anche per questo la pena per quei due genitori belgi è sterminata. Perché alla loro sofferenza così umana si aggiunge quella divina di avere deciso fra la vita e la morte e di avere scelto la morte, per quanto benevola e amorevole. Facciamo in modo, almeno, di non accrescere il loro tormento con la ferocia dei difensori della sacralità della vita (una vita che non è più tale), di tutti quei puri e duri i quali diranno che non ne avevano il diritto, che hanno agito per egoismo, se non addirittura per risparmiare a se stessi altre sofferenze. Che il dio nel nome del quale credono di parlare li perdoni. Io no.

@GBGuerri

Commenti