Cronache

"La lezione di 140 anni fa non è servita Criminale la superficialità di chi specula"

Il critico d'arte: questa ennesima catastrofe dovrebbe costringerci a una profonda riflessione. Lo Stato in questo è latitante e colpevole

"La lezione di 140 anni fa non è servita Criminale la superficialità di chi specula"

Nel suo ultimo libro intitolato «Rinascimento» scritto a quattro mani con Giulio Tremonti, Vittorio Sgarbi dedica un capitolo al tema «Rinascere dopo il terremoto», una disamina drammaticamente lucida su ciò che si doveva fare e non è stato fatto all'indomani dei sismi italiani dell'ultimo decennio, dall'Aquila all'Emilia Romagna fino alle Marche.

Con Ischia ci risiamo, Sgarbi, un'altra scossa e altri crolli. Una catastrofe senza fine e davvero ineluttabile?

«È una catastrofe che dovrebbe costringerci una volta per tutte alla riflessione su ciò che non si è riusciti a salvare, sulla mancanza di prevenzione e, non da ultimo, sulle mancate ricostruzioni che vedono lo Stato latitante e colpevole».

Anche a Ischia sono morte delle persone e si sono verificati crolli per una scossa che in altri Paesi non avrebbe creato danni. Esistono responsabilità legate ai piani edilizi, alle speculazioni e all'abusivismo...

«Questo è il vero punto cruciale. Lo ribadisco perchè quando parlo di prevenzione, mi riferisco essenzialmente a come si è costruito dal dopoguerra in poi e come si continua a costruire oggi in molte parti del Paese. L'utopia, ahimè, è pensare di mettere in sicurezza le città e i borghi storici. Impossibile. Non posso dimenticare l'effimera soddisfazione dei cittadini di Norcia, rimasta inizialmente indenne dal sisma che distrusse Amatrice. Soltanto qualche mese dopo, il 30 ottobre, videro la loro Basilica di San Benedetto franare come un castello di carte dopo una nuova scossa».

Parlando di abusivismi, a Ischia risultano migliaia di domande di condoni presentate negli ultimi 30 anni, di cui molte ancora da evadere. La politica ha la coscienza sporca?

«Lo Stato ha le sue responsabilità e i partiti ancora oggi continuano con le ipocrisie. Basti guardare la posizione populista di Cinque Stelle che in Sicilia blocca le demolizioni parlando di abusivismo della povera gente. Questo atteggiamento favorisce le speculazioni ed è connivente con i disastri che sono sotto i nostri occhi».

La prevenzione di cui parla dovrebbe essere doppia nelle aree maggiormente a rischio.

«Questo è un Paese notoriamente a rischio sismico, dunque nessuno può dirsi esente dalla prevenzione. Ma il caso di Ischia mi pare a dir poco emblematico. Proprio Casamicciola e Lacco Ameno, 140 anni fa, furono teatro di ben sei terremoti uno dei quali causò quasi tremila vittime nella popolazione. Paradossalmente dovremmo quasi gioire se ieri le vittime sono state soltanto due. Ma purtroppo dobbiamo ringraziare il cielo che la scossa sia stata soltanto una e neppure di altissima intensità. Che cosa sarebbe successo a Ischia se ci fossero state più scosse?».

Quindi è andata bene?...

«Direi proprio di sì, visto che la lezione di 140 anni fa non è servita a nulla e, anziché costruire con modalità antisismiche, si è continuato a speculare, a chiedere condoni e a edificare con materiali scadenti. Una superficialità criminale».

Ai tempi in cui era sottosegretario ai Beni Culturali, lei lanciò violente accuse anche sul caso delle costruzioni abusive sull'Etna. Addirittura auspicò che la lava le distruggesse...

«Sì e lo ribadisco. Altro che abusivismo della povera gente, come dice oggi il governatore siciliano dei Cinque Stelle. Sull'Etna sono prolificate seconde e terze case di famiglie mafiose che hanno oltraggiato inesorabilmente il paesaggio. Dissi che andavano distrutte e mi augurai che lo facesse il vulcano, ovviamente risparmiando le persone innocenti».

Se oggi fosse al governo e avesse carta bianca che farebbe?

«Mi impegnerei con le uniche due armi che abbiamo a disposizione: lotta dura all'abusivismo e ricostruzione, con canoni antisismici ovviamente».

Commenti