Politica

La lezione dell'intellettuale che insulta Berlusconi per giustificare i neo jihadisti

Lo scrittore Hanif Kureishi: "Sono giovani che vivono ghettizzati nella miseria. Cercano un modello alternativo al consumismo occidentale"

L'élite culturale liberal , democratica e progressista non tradisce mai i propri destini, come il fascino irresistibile che subisce nel prefigurare rivoluzioni e catastrofi sociali, delle quali, per un ancestrale senso di colpa socio-culturale, finisce sempre per considerarsi, indirettamente o meno, la causa principale. Lo insegnava già Tom Wolfe. Lo sfregio dei diritti delle minoranze afroamericane nella razzista società americana, aleggiava, come senso di colpa inconscio, sulle argenterie e i lini ricamati dei salotti bianchi, radical e chic. Per liberarsi dal quale, l'intellighenzia democratica e terzomondista doveva poi invitare ai propri party immacolati le pantere nere. La Storia si è per fortuna incaricata di dimostrare che le vie dell'uguaglianza e dell'integrazione incrociano le piazze del popolo, non gli attici delle élite.

Ma la Storia insegna a tutti, tranne ai maestri. E così ieri l'ennesimo maître à penser in salsa mediorientale ha voluto impartire la sua, di lezione. Intervistato su Repubblica , lo scrittore Hanif Kureishi, padre pakistano e madre inglese, sessant'anni, sceneggiatore e romanziere che ha raccontato l'emarginazione delle minoranze e le contraddizioni delle società multietniche al tempo della post-modernità, ha «compreso» le ragioni (per fortuna non giustificato) degli europei che si arruolano nelle file della jihad (e che finiscono per sgozzare i propri padri): «Sono giovani che vivono ghettizzati nella miseria. Cercano un modello alternativo al consumismo occidentale». «Entrando nell'Is fanno una scelta mostruosa, ma la colpa è nostra». «Hanno bisogno di valori diversi dalla ricchezza e dalla fama da reality». La guerra che combattono, quindi, più che una guerra santa contro gli infedeli sordi alla parola del Profeta, è una guerra giusta contro gli edonisti succubi del Dio delle merci.

Ed ecco il paralogismo dello scrittore anglo-pakistano per dimostrare la fons et origo della violenza dei figli degeneri dell'Occidente. Premessa maggiore: «Mi chiedo quanti sforzi facciamo veramente per spiegare a quei ragazzi la bellezza degli ideali democratici, il più delle volte coperti da altre presunte “bellezze”, che sono invece valori deteriori, quali il consumismo esasperato. E poi: dovremmo dire ai giovani musulmani britannici, francesi, italiani, che la nostra democrazia è bella e va difesa». Premessa minore: «Prendiamo il caso del vostro Paese, l'Italia: avete avuto per vent'anni un leader come Berlusconi, un uomo vergognoso, la cui immagine ha infangato i principi democratici...». Conclusione: la lascia al lettore. Il quale, davanti all'abominio di un regime ventennale che ha privato gli italiani dei più elementari diritti di libertà, plagiati da un onnipresente e scintillante Grande Fratello televisivo, non può non «comprendere» la rivolta ideologica dei neo-jihadisti occidentali.

Se tutto va come deve andare, Kureishi sarà uno dei prossimi Nobel.

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