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Liberato in Libia l'italiano «dimenticato» Ora il governo di Tripoli sarà riconosciuto?

L'ostaggio italiano dimenticato in Libia, il chirurgo siciliano Ignazio Scaravilli, è libero. Lo conferma al Giornale Mohammed Belkhir, ministro del governo di Tripoli raggiunto al telefono. «Lo cercavamo da tempo. Per noi è fondamentale collaborare con l'Italia, che consideriamo il partner più importante della Libia. E grazie a Dio lo abbiamo trovato», spiega il rappresentante dell'esecutivo non riconosciuto dalla comunità internazionale e dal nostro Paese.

Il medico siciliano è libero non da ieri, ma da una settimana, grazie all'intervento delle forze di sicurezza di Tripoli. L'ostaggio sarebbe stato strappato dalle grinfie di una banda di delinquenti legata ad Ansar al Sharia, il gruppo terroristico tunisino che ha messo radici in Libia. Scaravilli era sparito a Tripoli il 6 gennaio e gli ultimi giorni li ha passati in una caserma della capitale libica. «In poche ore o giorni il vostro connazionale sarà a casa», assicura il ministro.

Secondo indiscrezioni pubblicate dal sito di informazione Huffington post , il governo di Tripoli punterebbe ad ottenere il riconoscimento politico da parte di Roma, in cambio della liberazione dell'ostaggio. «Abbiamo dimostrato ampia disponibilità a collaborare con le vostre autorità - sostiene il ministro del Lavoro da Tripoli -. Chiediamo solo che il governo italiano ci ascolti. L'ostaggio non è stato liberato per il riconoscimento, che eventualmente sarà il lieto fine dell'auspicata pace in Libia». Il caso dell'ostaggio italiano si intreccia con le fasi cruciali dei negoziati guidati dall'Onu fra le fazioni in Libia. Il governo di Tripoli combatte contro quello di Tobruk riconosciuto dalla comunità internazionale. Tripoli ha incassato il velato ringraziamento per la liberazione del medico dal presidente Sergio Mattarella.

Sessantotto anni, catanese, in gennaio Scaravilli era stato visto l'ultima volta alla conclusione del suo turno gratuito all'ospedale di Dar Al Wafa, a Tripoli. L'ospedale si trova in un quartiere della capitale controllato dagli islamisti radicali della khatiba Abu Slim. «L'interesse per il lavoro e la curiosità - scriveva online Scaravilli prima del rapimento - mi hanno spinto a collaborare con colleghi di Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Malta e Libia dove tutt'ora sono consulente di due cliniche mediche».

L'amico ed ex collega Gianpiero Avruscio ha dichiarato: «Oggi ho davvero l'animo più leggero, perchè più passava il tempo è più la situazione diventava preoccupante». La moglie dell'ostaggio italiano ha solo detto «sono contenta, ma troppo agitata. Non riesco a parlare».

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