Politica

«Liberi di dare consulenze» Boschi difende l'amico Carrai

La ministra conferma l'incarico alla cybersecurity di Palazzo Chigi. Copasir in allarme, Forza Italia lo occupa per protesta. Berlusconi: «È un regime vero»

Roberto ScafuriRoma Magari il web fosse soltanto cinguettii di sfottò. Finiscono in Rete (spesso volontariamente, cosa che avrebbe fatto muggire di felicità Hitler e Stalin all'unisono) tutte le informazioni rilevanti: da quelle più intime a ciò che attiene alla sicurezza dello Stato. Chi ha capito l'arcano, controlla il mondo.O (forse) ci fa solo affari, come il signor Marco Carrai, già capo della segreteria di Renzi presidente di Provincia. Suo testimone di nozze, suo fraterno amico, suo padrone di casa (comodato a titolo gratuito). Titolare di ben undici società, una delle quali (la Cys4 spa) ha per oggetto la «consulenza nelle tecnologie dell'informatica». Nonostante il palese conflitto d'interessi, voci insistenti avevano parlato della volontà del premier Renzi di affidare allo stesso Carrai un incarico per «rafforzare la sicurezza informatica del Paese». Lecito chiedersi in che modo, visto che esiste un cospicuo servizio d' intelligence. Meno lecito inviare a rispondere alla Camera la ministra Boschi, giusto lei che di conflitti d'interesse se ne intende. Proprio mentre, allarmatissimo, il Comitato per la sicurezza (Copasir) procedeva a una convocazione straordinaria. Assente Forza Italia, che incredibilmente da due anni non ha più alcun rappresentante all'interno della commissione bicamerale. Così la situazione precipitava: il capogruppo azzurro Brunetta e il vicepresidente del Senato Gasparri, con atto «dimostrativo e virtuale» immortalato dal solito selfie postato su Twitter, occupavano l'aula del Copasir, rimarcando la singolare composizione dello stesso, nonché la folle determinazione renziana. «La nostra esclusione si trascina da troppo tempo e vogliamo segnalare che una nomina di Carrai è impraticabile, impossibile, inammissibile. Se il governo non farà marcia indietro, siamo pronti a consultare il presidente Mattarella».Come se la situazione non presentasse aspetti già paradossali, ma non per questo meno gravi, ecco la Boschi confermare di fatto in aula la volontà di Renzi di assumere e incoronare il proprio James Bond personale, sia pure demansionato a Superconsulente da una tosta retromarcia. Più che il rispetto delle norme potè la furbizia, e resterà esemplare il succo della risposta fornita dalla Boschi in aula: la Stabilità ha previsto 150 milioni per rafforzare la prevenzione nel campo della sicurezza informatica e cibernetica; non prevediamo per ora alcuna modifica delle norme di riferimento per i Servizi, né è prevista «alcuna forma di partecipazione di strutture private». L'unica autorità politica «è e sarà il senatore Minniti». Però il governo «ha facoltà di avvalersi di consulenze di carattere tecnico». Ergo: per ora accettiamo uno stop, ma se il Capo vuole Carrai, Carrai sarà. E quando accadrà - questa la sgarbata conclusione - potrete chiederne conto al governo, «vi risponderemo celermente». Non poteva che scatenarsi un incredulo finimondo, di fronte a tanta arroganza. Il Copasir ora chiede più informazioni: sarà audito il capo del Dis, Giampiero Massolo, mentre i grillini vorrebbero convocare direttamente Renzi. «La spudoratezza del governo è oltre la soglia di tolleranza», attacca Grillo. E al di là dei toni, persino ironici, preoccupato si dice pure Berlusconi: «È un regime... Visto che Renzi mette i suoi uomini ovunque, alla Guardia di Finanza, nei Servizi, sto pensando di scrivere sui manifesti elettorali: Dio ti vede, Renzi no...».

Anche se poi magari ti chiede un selfie in cabina elettorlae.

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