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Libia, la ricetta di Prodi: "Non spariamo agli scafisti ma sfamiamo l'Africa"

Il professore chiede all'Occidente di non comprare petrolio dalla Libia per togliere soldi all'Isis

Libia, la ricetta di Prodi: "Non spariamo agli scafisti ma sfamiamo l'Africa"

“La Libia è divisa in fazioni, ci sono addirittura due governi. E sappiamo che Egitto, Francia e i Paesi del golfo parteggiano per Tobruk. Mentre la Turchia ha simpatie per Misurata-Tripoli. Così non risolvono i problemi in Maghreb e nel Mediterraneo”. Sul Fatto quotidiano il professore Romano Prodi risale sulla cattedra ed espone le sue ricette per la stabilizzazione del Mediterraneo.

“Bisogna – spiega Prodi - realizzare un vero coordinamento fra le grandi potenze e le nazioni dell’area. L’Unione fa quello che può. Un artista nel realizzare questo tipo di coordinamenti è l’ex presidente Bill Clinton, ad esempio”. Il professore cita Clinton ma difende Obama che si è lavato le mani di fronte alla richiesta di aiuto di Matteo Renzi: “Gli Stati Uniti ne hanno avuto abbastanza delle guerre degli ultimi decenni. La loro opinione pubblica, sia essa repubblicana o democratica, non tollera più il ritorno in patria dei cadaveri dei soldati morti in guerra”. E allora l’unica soluzione che resta, secondo Prodi, è quella di “bloccare le fonti di finanziamento dei gruppi criminali e terroristi, come l’Isis” perché “la Libia vende ancora petrolio, i denari saranno incassati dalla Banca centrale di Tripoli, immagino, che si deve barcamenare fra le varie fazioni in campo tra la capitale e la Cirenaica”. Stesso discorso vale per il carburante: “si vedono immagini con centinaia di suv e pick up in mano a gruppi armati, non credo sia complicatissimo lasciarli a piedi”.

Ma se da un lato gli Occidentali devono rimanere a secco di petrolio, dall’altro devono foraggiare di soldi i governi dei Paesi sub-sahariani e del Corno d’Africa. Il nostro ex presidente del Consiglio chiude, infatti, l’intervista con un aneddoto. “Voglio raccontarle un episodio legato alla mia esperienza di inviato in Mali per l’Onu. Era un anno e mezzo fa, - dice Prodi- non ieri, il presidente del Niger Mahamadou Issoufou mi disse che secondo i loro studi la popolazione di quel Paese sarebbe raddoppiata in appena 19 anni e aggiunse: “O il mio popolo trova da mangiare nella nostra terra, o cercheranno di venire da voi”. C’è una bomba demografica in piena esplosione, non possiamo fermarla sparando”.

Secondo Prodi, quindi, l’Europa non può e non deve sparare ai barconi dei trafficanti di uomini ma non può fare altro che aspettare che la bomba esploda mentre l’Unione pensa a come coordinarsi.

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