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L'imbarazzante silenzio di Grillo sull'Europa divisa

Il passo indietro del comico dopo il post che ha spaccato la base. Pesa l'assenza di Casaleggio

L'imbarazzante silenzio di Grillo sull'Europa divisa

«Nessun cambio di direzione, sono scemenze». L'unica risposta alle richieste di chiarimento e ai malumori che ribollono sotto la pelle del Movimento Cinque Stelle che non sia un post anonimo sul Blog, è quella piccata del big del direttorio Alessandro Di Battista. Che su Facebook liquida così chi gli chiede conto delle posizioni filo Ue espresse in concomitanza con la Brexit. Oltre, è il silenzio. Mentre i leader euroscettici dall'Italia alla Svezia respirano a pieni polmoni il vento che soffia in poppa ai nazionalismi e galvanizza i loro elettorati, il Movimento tace. La creatura di Grillo che ha fatto della comunicazione pianificata la strategia del proprio consenso si ritrova improvvisamente orfana di uno dei cavalli di battaglia gridati dalle forze antisistema, e molto sentito dalla stessa base pentastellata. Così, se la Lega è un fiume in piena a Parma, con Salvini e la leader dei Fratelli d'Italia Meloni che cavalcano l'onda lunga che arriva dalla Gran Bretagna, il M5s decide di archiviare la questione inglese con un comunicato anonimo. Meglio accantonare il capitolo scivoloso dell'Europa, sebbene fino a ieri abbia contribuito a gonfiare le fila del voto di protesta che ha aperto ai grillini le porte di Bruxelles e Strasburgo. Meglio concentrare l'attenzione sul successo delle Amministrative a Roma e Torino e sul tonfo del Pd. Tra la scomparsa di Casaleggio (sempre attentissimo al sentiment della Rete) e il passo di lato di Beppe Grillo si apre lo spazio delle contraddizioni di un non partito diventato forza politica, intenzionato a camminare con le proprie gambe fino a Palazzo Chigi intercettando il voto moderato e mettendo in soffitta l'abito del no fine a se stesso.

Poco importa che gli iscritti siano in rivolta, che cerchino ritrovare da soli lo spirito degli inizi, spiegandosi a vicenda che c'è una «bella differenza tra uscire dall'Eurozona» come vorrebbe il M5S, e «dall'Unione Europea», difesa dal movimento a patto che «cambi». Che lo sconcerto e l'irritazione per la linea post Brexit continuino a correre in rete. E che ieri non si sono placati nemmeno di fronte all'annuncio, questo sì firmato, con cui la deputata Roberta Lombardi ha chiamato a raccolta i militanti per la terza edizione di «Italia a Cinque Stelle», che dopo Imola e Roma riunirà il movimento a Palermo il 24 e 25 settembre. Il mantra è capitalizzare il salto di qualità riuscito nelle due grandi città, ripartendo da una manifestazione nella terra promessa. Quella Sicilia dove lavorano per conquistare il loro primo governo regionale, strappandolo a Crocetta alle elezioni del 2017. Un po' una seconda tappa dopo la Capitale, e la seconda occasione per dimostrare la capacità di governare. Prima della battaglia nazionale del 2018.

Al netto del referendum di ottobre e delle possibili, certo non caldeggiate dal M5s, modifiche all'Italicum.

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