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Via l'Imu, riabilitato il "modello Berlusconi"

Il premier decide l'azzeramento delle imposte sulla prima casa: "Iniezione di fiducia che può far ripartire l'edilizia e il mercato immobiliare". Lo fece già il Cav nel 2008

Via l'Imu, riabilitato il "modello Berlusconi"

Roma - Aveva detto che ridurre le tasse sulla casa è «di sinistra» e che, in fondo, anche «Berlusconi avrà fatto qualcosa di buono». A giudicare da come è nata e cresciuta la Legge di Stabilità 2016, pare che la ricetta del Cavaliere sia semmai vitale per Renzi. L'eliminazione della Tasi e dell'Imu sulla prima casa ha resistito a tutti gli attacchi. A quelli dell'Unione europea (l'ultimo sferrato ieri mentre il consiglio dei ministri era in corso), a quelli politici del suo partito che volevano puntare su altro, continuando a colpire il mattone. E anche ai dubbi contabili del ministero dell'Economia, alle prese con una difficile copertura.

Talmente importante, la strategia Berlusconi, che Renzi l'ha adottata in pieno e difesa fino al consiglio dei ministri di ieri. È la prima slide di quelle illustrate ieri. Pochi i dettagli, il messaggio è quello che conta. «Via le tasse sulla prima casa. Dopo gli 80 euro e l'Irap un altro segno di fiducia per gli italiani».

La spiegazione a voce: «La ripresa deve essere incoraggiata e spinta, implementata. L'unica cosa è dare uno shock fiscale e il più forte è quello sull'Imu e la Tasi sulla prima casa». Confermata quindi la cancellazione della tassa sui servizi e dell'imposta, pagate da chi occupa una abitazione principale. Novità rispetto alle indiscrezioni della vigilia, anche una misura per le case popolari. Confermate anche la cancellazione dell'Imu agricola, insieme all'Irap. Via anche l'Imu sui cosiddetti imbullonati.

Ieri sera i dettagli non erano ancora noti. Le indiscrezioni parlavano di una rinuncia alla creazione di una imposta unica.

Sarebbe stata una ammissione, come ha sottolineato il presidente dei Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che la tassa sui servizi non è mai esistita. E che il combinato dei due tributi non è altro che una patrimoniale salatissima sul principale patrimonio degli italiani.

Il governo avrebbe anche rinunciato al piano che consisteva nel fare diventare la somma delle due aliquote nella versione provvisoria e maggiorata degli ultimi anni, all'11,4%, come definitiva. Un aumento di fatto delle tasse. Un effetto «con una mano dai, con l'altra prendi» che Renzi ha voluto evitare a tutti i costi.

«Noi speriamo ancora in qualcosa a favore dei proprietari di immobili in affitto», ha detto Spaziani Testa. Ancora tutto da verificare, il rischio che i proprietari si facciano carico anche della parte di Tasi che oggi pagano gli inquilini. Tutti da superare i dubbi della Commissione europea. Ieri il vicepresidente Valdis Dombrovskis, ha confermato che l'eliminazione di Imu e Tasi «non è esattamente in linea con il nostro consiglio generale di spostare il peso delle imposte dal lavoro ai consumi e al capitale. Ora dobbiamo discutere con l'Italia sulle ragioni precise del cambiamento».

Più che piccata la replica del presidente dei proprietari immobiliari: «Avendo terminato gli aggettivi per commentare simili affermazioni, ci limitiamo a ricordare che la proprietà edilizia, dal 2012 al 2015, ha pagato quasi 100 miliardi di euro di imposte patrimoniali. Non è ancora abbastanza?». Il messaggio è stato sicuramente recepito da Renzi.

Con Bruxelles sarà più dura.

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