Mondo

Linda Brown, la bambina coraggio che ha messo fine alla segregazione

È morta a 76 anni. La Corte Suprema degli Usa diede ragione al padre che nel 1951 voleva iscriverla in una scuola «bianca»

Linda Brown, la bambina coraggio che ha messo fine alla segregazione

È grazie a lei, anzi a suo padre, se i bambini neri ora vanno a scuola accanto ai compagni bianchi e di altre razze. È grazie a Linda Brown, morta domenica a Topeka, in Kansas, all'età di 76 anni. Certo, se non ci fosse stato il suo caso, presto o tardi qualcun altro avrebbe strappato quella vittoria storica per i diritti degli afroamericani e delle minoranze tutte. Ma la storia ha voluto che fosse il caso Brown vs Board of Education a rompere lo scandaloso muro che separava le vite dei giovani americani.

Tutto ha inizio nel 1951 quando Oliver L. Brown, un afroamericano di Topeka, di mestiere saldatore per le ferrovie di Santa Fe, assistente pastore nella locale chiesa anglicana, prova a iscrivere la figlia Linda, di anni nove, alla Sumner Elementary, un istituto riservato ai bianchi. Papà Oliver è stanco delle lamentele della piccola Linda, costretta ogni giorno a fare più di un chilometro e mezzo per raggiungere la Monroe Elementary, destinata ai neri. Le intenzioni di Oliver sono solo pratiche: la Sumner è molto più comoda, a pochi isolati da casa, e l'uomo non vede perché alla figlia non sia consentito andare nella scuola di quartiere.

In quel momento nelle scuole statunitensi vige un sistema di raffinata ipocrisia. Bambini bianchi e neri frequentano istituti separati secondo un'abitudine confermata da una sentenza della Corte Suprema del 1896 secondo cui il teorema «separati ma uguali» non violava il quattordicesimo emendamento, quello per cui «nessuno Stato deve negare a chiunque l'uguale protezione delle leggi». Secondo Brown invece il sistema di separazione perpetua una condizione di inferiorità per i bambini neri, costretti ad accontentarsi di insegnanti, strutture, servizi e alloggi di qualità nettamente inferiori.

Brown pensa che tutto ciò non sia giusto e raccoglie attorno a sé altri genitori che vogliono poter scegliere la scuola per i propri figli. Così diventa il capofila di una class action che comprende tra i querelanti tredici genitori di Topeka in rappresentanza di venti figli, che chiedono a l distretto scolastico di interrompere la sua politica di segregazione razziale. La prima sentenza, quella della corte distrettuale, dà ragione al Board of Education, che si sarebbe limitato ad applicare una legge federale . Ma nel 1954 la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiara incostituzionali le leggi statali che hanno istituito il sistema di istruzione separata. Consegnata il 17 maggio, la decisione è dirompente per le sue conseguenze e anche per il giudizio unanime (9 a 0) della Corte, secondo cui «le strutture scolastiche separate sono intrinsecamente diseguali». Una sentenza che apre la strada alla fine della separazione, almeno sul piano formale, e diventa un modello per la nuova America.

Che da quel momento deve inventarsi nuove regole, perché la Corte Suprema non fornisce alcun a soluzione .

Commenti