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La linea del Cavaliere: "Tocca al Parlamento riscrivere l'Italicum"

Il leader frena e avverte: "Ferma opposizione a Gentiloni". Centrodestra su nei sondaggi

La linea del Cavaliere: "Tocca al Parlamento riscrivere l'Italicum"

«È impensabile che la legge elettorale la scriva la Consulta e non il Parlamento». Silvio Berlusconi, nel giorno del 23esimo compleanno di Forza Italia, pianta i suoi paletti in merito alla possibilità che si vada a votare con un meccanismo figlio di due sentenze della Corte Costituzionale. «Non è pensabile che in una democrazia sia un organo giurisdizionale, e non un organo legislativo, a scrivere la legge elettorale», dice in una intervista a Il Foglio. Un giudizio accompagnato da una conferma della linea dell'opposizione responsabile: «Ho stima di Gentiloni e ne apprezzo lo stile e alcuni gesti, ma noi siamo e rimarremo all'opposizione di un governo espressione del Pd e sostanzialmente identico al precedente».

Forza Italia, insomma, non crede all'accelerazione renziana. «Non ci sono le condizioni per votare con due leggi diverse. Tutti lo sanno, anche chi urla in queste ore per strappare qualche spazio di propaganda», dicono dallo stato maggiore azzurro. «Bisogna aspettare le motivazioni della Consulta per ragionare davvero sulla direzione da prendere». Le porte restano aperte a tutte le opzioni politiche. La scelta è tra la navigazione in solitudine presidiando il centro e il ritorno al consueto schema di centrodestra. Non è un mistero che Berlusconi speri di portare a casa due risultati: una legge proporzionale senza preferenze e la sua riabilitazione politica con la sentenza della Corte di giustizia europea, che dovrebbe arrivare entro il 2017. Giorgia Meloni e Matteo Salvini si muovono su un terreno diverso e domani nella manifestazione romana organizzata da Fratelli d'Italia proveranno a puntellare l'idea di una lista unica «sovranista» o lepenista. Un'idea che non dispiace a Giovanni Toti e che ieri Roberto Maroni ha sposato con convinzione. «Questa legge uscita dalla Consulta ci consente di andare a votare subito» dice il presidente della Lombardia. «Per i centrodestra è una sfida ancora più importante perché ci costringe a metterci insieme, a fare una lista unica, perché il premio di maggioranza va alla lista». Berlusconi, però, non sembra convinto dell'idea. E a questo punto gli accordi politici sembrano destinati a prendere forma in funzione della legge elettorale. Si dice che Matteo Renzi voglia provare a convincere Forza Italia a inserire i capilista bloccati anche al Senato. Berlusconi nei giorni scorsi aveva ragionato sulla moltiplicazione dei simboli, ipotizzando anche una Lista Parisi solo di società civile, ma adesso tutto torna in ballo e si potrebbe fare il percorso contrario, ovvero accorpare al centro. Il centrodestra, seppur litigioso e diviso, secondo un sondaggio Winpoll avrebbe concrete possibilità di vittoria. La somma di Lega (13,5%), Fi (13,4%), Fdi (4,2%) e altri di centrodestra (2,1%) raggiunge il 33,2% contro il 28,4 del Pd e il 26,8 del M5s.

Numeri non sempre coerenti con altri sondaggi, ma che avranno un peso nelle riflessioni di queste ore.

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