Economia

L'Inps ci trascina nel baratro: buco di 10 miliardi all'anno

Quinto bilancio consecutivo in rosso: pesa la fusione Inpdap E la prospettiva è una perdita di 100 miliardi fino al 2025

L'Inps ci trascina nel baratro: buco di 10 miliardi all'anno

Per l'Inps il peggio deve ancora venire. La prospettiva è di accumulare 10 miliardi di euro di rosso per dieci anni di seguito. Un conto da 100 miliardi, che - nonostante le rassicurazioni di chi considera il sistema previdenziale italiano solidissimo - non potrà non pesare sul futuro delle pensioni. Ad esempio quando si dovrà decidere se fare veramente una riforma che renda meno rigidi i requisiti della Legge Fornero.

A fare il punto ieri è stato il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps Pietro Iocca. «Le proiezioni sui bilanci - ha detto Iocca - non sono rassicuranti. Dalle previsioni effettuate dai bilanci tecnici attuariali al primo gennaio 2014 si evince che l'Istituto nei prossimi dieci anni realizzerà sistematicamente dei risultati di esercizio negativo nell'ordine di 10 miliardi l'anno. È una situazione che va attenzionata e monitorata».

Toni diversi anche a pochi mesi fa quando, il Civ (organismo composto da sindacati, associazioni di imprese e rappresentanti dei ministeri) presentò il bilancio consuntivo del 2014 e quello preventivo del 2015. L'anno scorso si è chiuso con un disavanzo di esercizio di 12,5 miliardi. Quest'anno, sempre secondo i «guardiani» dell'istituto guidato da Tito Boeri, il risultato economico di esercizio sarà negativo per 6,8 miliardi. Molto meglio rispetto al 2014.

Sembrerà strano, ma la previdenza in rosso cronico è un fatto relativamente nuovo. I conti dell'istituto sono in perdita per il quinto anno consecutivo. Il peggioramento è in larga parte dovuto alla fusione tra l'Inpdap, cioè la previdenza pubblica, con l'Inps. Anche nel 2015 il rosso è quasi totalmente da imputare agli statali (circa 5 miliardi).

Per la stessa ragione sui conti futuri della previdenza italiana potrebbe paradossalmente pesare anche quel poco di spending review che è passato nella legge di Stabilità. La stretta sul pubblico impiego, in particolare il blocco del turn over, che permetterà alla Pa di fare una sola assunzione ogni quattro pensionamenti, farà venire meno altri contributi all'Inps. Il rosso delle pensioni pubbliche è già in larga parte dovuto al fatto che ci sono pochi lavoratori attivi rispetto ai pensionati. La stretta sulle assunzioni fa bene ai conti pubblici, ma male a quelli della previdenza. Cioè su una forma di risparmio differito dei lavoratori dipendenti.

Ci sono poi problemi più antichi. Come il fatto che nel bilancio Inps siano comprese anche le prestazioni, come le invalidità, che non riguardano le pensioni. Sono anni che la Uil si rifiuta di votare il bilancio Inps per questo. «È un bilancio falso - spiega Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil - perché tiene insieme assistenza e previdenza, quando la prima riguarda la fiscalità generale e la seconda lavoratori e imprese. I governi devono dimostrare che i conti della previdenza sono in rosso e cosi possono fare cassa con le pensioni».

La Uil pensionati ha indirettamente preso di mira l'ultima legge di Stabilità con un ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo per contestare la mancata attuazione integrale della sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco della rivalutazione delle pensioni. La stessa rivalutazione che il governo di Matteo Renzi ha frenato anche per il futuro, adottando un meccanismo che penalizza pesantemente le pensioni oltre i 3.

000 euro lordi.

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