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L'ira della Francia: sbrigatevi o addio ai finanziamenti Ue

Il ministro Borne: per noi la Torino-Lione è importante, il governo di Roma deve prendere una decisione rapida

L'ira della Francia: sbrigatevi o addio ai finanziamenti Ue

A l di là delle Alpi assistono esterrefatti alle convulsioni del governo italiano sulla Tav. E il governo francese sta perdendo la pazienza con Roma, dopo mesi di messaggi confusi e contraddittori che cambiano ogni giorno, e ad una palese impotenza a decidere.

Così lanciano un esplicito ultimatum: «Ora è giunto il momento che l'Italia ci confermi che vuole andare avanti con il progetto della Torino-Lione», scandisce ai microfoni di FranceInfo il ministro dei Trasporti Elisabeth Borne, colei che ha l'ingrato compito di interloquire con l'omologo italiano Danilo Toninelli. «Abbiamo detto all'Italia, e glielo ha detto anche la Commissione Ue, che se non si prende una decisione rapida si rischia di perdere il finanziamento». L'Europa, aggiunge il ministro Borne, «ha proposto di aumentare la sua quota nel progetto portandola dal 40 al 50%». Il concetto viene ribadito anche dal ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, che ieri a Versailles era ospite, insieme al suo omologo italiano Giovanni Tria, del Forum economico italo-francese promosso dalle organizzazioni imprenditoriali dei due Paesi, Confindustria e Medef. «Stiamo aspettando che il governo italiano prenda una decisione definitiva, perché noi siamo favorevoli al completamento della Torino-Lione», dice il ministro francese. Che probabilmente, lì per lì, deve aver presa per buona la risposta di Tria, pensando che - in un governo normale - un ministro dell'Economia sappia quel che dice quando va all'estero per conto del suo esecutivo: «Credo che il governo stia andando verso quella direzione», ha assicurato dunque Tria a Le Maire, «Ci sono posizioni diverse ma ci sarà una evoluzione positiva, perché sono i fatti che ci portano in questa direzione», si è ulteriormente sbilanciato l'italiano. Che con la sua presenza ha anche benedetto il documento finale firmato da Confindustria e Medef, in cui ci si dichiarava «determinati» a sostenere «il completamento» della rete Ten-T e «di tutti i principali progetti infrastrutturali necessari ad attuarli, in particolare la Torino-Lione».

Pensate quindi come devono esserci rimasti in Francia quando, nel giro di pochi minuti, è piombata da Roma la scomunica di Palazzo Chigi: ma quale Tav o mini-Tav, nessuna apertura del governo. Mentre Toninelli, sbugiardando il collega dell'Economia, mandava a dire che per fare l'opera si dovrà passare sul suo cadavere. Un notevole esempio di quel «dialogo costruttivo nel governo italiano» decantato dal povero Tria poco prima. Così, dopo le dichiarazioni di amicizia, dal ministro francese Le Maire arriva anche una requisitoria durissima contro governi come quello italiano, pronunciata di fronte all'impietrito Tria: «I nazionalisti mentono ai propri popoli e sono un pericolo politico e anche economico. Il nazionalismo economico è la crisi sicura, l'impoverimento dei nostri paesi, con l'Europa relegata in un angolo sulla scena internazionale.

Se scegliamo il nazionalismo saremo nel campo dei vinti, perché nessuno nazione europea, oggi, può riuscire a farcela da sola».

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