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L'Iran spinge ancora sull'uranio. Adesso l'Europa chiede lo stop

Teheran supera anche la soglia di arricchimento del 4,5% Londra, Berlino e Parigi: «Si fermi immediatamente»

L'Iran spinge ancora sull'uranio. Adesso l'Europa chiede lo stop

È una guerra di nervi e di muscoli quella che si sta consumando tra l'Iran, gli Stati Uniti e l'Ue. La notizia dell'arricchimento dell'uranio da parte della repubblica islamica ha innescato un fuoco incrociato di dichiarazioni, rendendo il clima sempre più rovente nell'area mediorientale. L'annuncio choc è arrivato domenica per voce del viceministro degli Esteri Sayed Abbas Araqchi che ha rivelato lo sforamento della soglia del 3,67% di arricchimento dell'uranio (fonti ufficiali lasciano trapelare il 4,5%) imposto al Paese in base all'accordo raggiunto nel 2015 con il gruppo Cinque più Uno (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). Non solo, il prossimo passo dell'Iran potrebbe essere un incremento al 20%, se i partner europei non agiranno per contrastare le sanzioni Usa entro la scadenza del nuovo ultimatum di 60 giorni. A tredici mesi dal ritiro unilaterale da parte degli Usa, l'accordo nucleare con l'Iran si è sgretolato definitivamente sull'onda della mossa di Teheran pensata per costringere l'Europa a smarcarsi da Washington e dalle sue sanzioni. «L'Iran deve stare attento. L'uranio si arricchisce per una ragione. Non vi dirò quale, ma non va bene», ha risposto piccato Trump.

La decisione di arricchimento sopra i livelli consentiti dall'accordo internazionale sul nucleare iraniano è motivata dalle «nostre esigenze di sviluppo economico e gli scopi sono assolutamente pacifici», ha scritto ieri pomeriggio su Twitter il portavoce del governo di Teheran, Ali Rabiei. Nel tweet c'è un riferimento alle indicazioni della Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, al quale spetta l'ultima parola nelle scelte strategiche. «La fatwa della Guida Suprema contro ogni forma di arma di distruzione di massa è il nostro credo per evitare la fabbricazione di armi nucleari nel mondo e nella regione», ha aggiunto Rabiei. Parole che però non confortano l'occidente e le reazioni europee non si sono fatte attendere. A Londra il ministro degli esteri Jeremy Hunt ha intimato all'Iran di «fermarsi immediatamente e invertire tutte le attività che esulando dai propri obblighi. Diversamente ci saranno serie conseguenze». Dalla Francia, il presidente Macron, che domenica aveva avuto una lunga telefonata col collega iraniano Rouhani, ha condannato la violazione dell'accordo, mentre la Germania, attraverso il portavoce del dicastero degli Esteri, si è detta «tremendamente preoccupata» e ha esortato l'Iran a «bloccare e invertire tutte le attività non in linea con i suoi impegni». Anche l'Ue ha manifestato una certa inquietudine dopo l'annuncio di Araqchi, lanciando un appello a Teheran a «fare marcia indietro su tutte le attività che non sono in linea con gli impegni dell'accordo sul nucleare». L'ha detto Maja Kocijancic, la portavoce del Servizio europeo di azione esterna diretto da Federica Mogherini. Israele da parte sua chiede ai Paesi dell'Ue di ripristinare le sanzioni. Il «tocca a voi» twittato dal ministro degli Esteri Zarif è eloquente.

Anche gli alleati di Teheran, come la Cina, si stanno smarcando dalla mossa iraniana. Pechino chiede a tutte le parti coinvolte di «esercitare moderazione», ma al medesimo tempo denuncia gli Stati Uniti di «bullismo», ritenendo l'inquilino della Casa Bianca causa dell'attuale crisi con l'Iran. Mosca invoca «equilibrio» e chiede a Rouhani di «non essere impulsivo» e di «rispettare» l'accordo sottoscritto con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica.

L'Aiea tra l'altro ha ricevuto da Teheran campioni dell'uranio arricchito e domani si riunirà in sessione straordinaria.

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