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L'Isis è l'ultima forza anticapitalistica del mondo

La teocrazia islamica è antimoderna. E qualcuno, anche in Occidente, ne sente il fascino

L'Isis è l'ultima forza anticapitalistica del mondo

L'Isis lo sa come si frantuma l'Occidente, conosce i suoi punti deboli. La prima strategia è seminare paura, nei luoghi della vita quotidiana, il ristorante, il teatro, lo stadio, le strade, i supermercati, fin sotto casa. Non sarete mai più tranquilli. Come se tutti le terre aliene allo Stato islamico fossero Israele, vivere come a Gerusalemme, quando la mattina ti svegli e non sai se tornerai a casa.Questo significa seminare paura. Ma per l'Occidente c'è qualcosa in più, una crepa, un fantasma sul quale fare sponda. L'Isis ti vuole convincere di una cosa: la colpa è vostra, di quello che siete.Il guaio è che ci sta riuscendo, senza neppure tanti affanni. Lo senti nelle parole di alcuni opinionisti in tv, prima con imbarazzo e sottotono, poi via via sempre con più convinzione e netti e chiari nei social network. È vero questi sparano, ammazzano, con una decimazione che lascia alla sorte la soppravvivenza o la morte, ma in fondo ce la siamo cercata.È colpa dell'America, è colpa dell'Europa, è colpa soprattutto di una civiltà malata di denaro, di individualismo, di valori corrotti, della caccia al petrolio, dei padroni del mondo, avidi e incappucciati. Come se noi, povera gente, e i fondamentalisti islamici fossimo vittima di uno stesso complotto. Quelli che ammazzano sono carnefici ma in qualche modo vittime come noi. E qui si arriva a indicare il vero male.Di chi è la colpa di tutto questo? Facile, del capitalismo, sempre lui. Quello che per i nemici non è mai stato solo un sistema di produzione, ma il Satana dei valori degenerati. È quel capitalismo che bene o male ha fatto deragliare l'Occidente dalle società tradizionali. È quella divergenza nella storia, che parte dai mercanti delle città medievali italiane, lì dove si fuggiva dal feudo in cerca di libertà e passa per la prima e seconda rivoluzione industriale, per arrivare qui e adesso. È quel capitalismo sopravvissuto alle profezie di Marx e all'utopia del comunismo. È lo stesso capitalismo che odiavano gli studenti del '68 nel nome del libretto rosso di Mao. È una vecchia storia, insomma.I nemici del capitalismo in fondo hanno sempre avuto nostalgia di una società non corrotta dalla modernità. È lo stesso sogno di Platone e di Rousseau, siccome la storia è decadenza bisogna tornare a una società arcaica, dove la morale non è corrotta dal denaro. L'ideologia di una teocrazia islamica in fondo, a modo suo, promette proprio questo. È per questo che l'odio contro il capitalismo può diventare l'alleato più profondo dell'Isis.Eppure se gente con il Kalasnikov entra in un ristorante e spara non è colpa dell'Occidente. Se in nome di un dio seminano e onorano la morte e si fanno profeti del nulla, bé neppure questo è colpa dell'Occidente. Se invece riusciamo a non rinnegare Voltaire il merito è, questa volta sì, dell'Occidente.

Allora bisogna scegliere: cosa propone come alternativa chi condanna l'Occidente? Il califfato come disperata nuova utopia.

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