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L'Italia gialloverde diventa un allarme mondiale

Juncker contro il governo: «Non accetteremo tutto» Di Maio: «Si beva un caffè». Conte: «Siamo orgogliosi»

L'Italia gialloverde diventa un allarme mondiale

La lettera è già pronta. Il governo non aveva ancora inviato il Documento pubblico di bilancio a Bruxelles, ma alla Commissione europea avevano già chiaro che cosa dire al governo di Roma: i saldi della manovra approvata dal governo non sono compatibili con le regole europee. Male il deficit al 2,4%, dubbi sulle previsioni di crescita.

Il documento, primo passo per mettere in mora l'Italia e arrivare - in tempi lunghi - alla procedura per infrazione, potrebbe arrivare oggi. Nelle stesse ore il premier Giuseppe Conte dovrà affrontare al Consiglio europeo i colleghi dell'Ue, spiegandogli il senso della manovra «della quale siamo orgogliosi», ha assicurato ieri il presidente del Consiglio.

Il premier parlerà di manovra, ha confermato il ministro degli Esteri Enzo Moavero. Il tema non è ufficialmente all'ordine del giorno e i colleghi premier non infieriranno su Conte, assicuravano ieri fonti europee. Oggi il premier italiano avrà incontri bilaterali con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Il clima è pessimo. Per la stampa internazionale l'Italia è ormai un caso. Il Wall Street Journal in un articolo di prima pagina parla di campanelli d'allarme. E l'editorialista dell'Independent Sean O'Grady ha scritto che «Sotto i nostri occhi l'Italia sta diventando uno stato fascista». Ma folclore a parte, sono i governi europei a metterci sotto accusa, come ha confermato il presidente della Commissione Jean Claude Juncker. Se la Commissione Europea tollerasse i conti italiani, sarebbe ricoperta di «insulti e invettive». In sostanza Juncker ha detto chiaramente che ci sono Paesi che fanno pressione sull'esecutivo europeo affinché non conceda ulteriore flessibilità all'Italia.

Argomentazioni che non hanno convinto il vicepremier Matteo Salvini. «La manovra italiana è passata, Juncker se ne faccia una ragione e si beva un caffè».

Le prossime mosse le ha ricordate ieri il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Entro la fine del mese di ottobre si saprà se la manovra sarà bocciata. Coincidenza di tempi infelice con le revisioni dei rating di fine mese di Standard & Poor's e Moody's. Giudizi che saranno influenzati dall'orientamento di Bruxelles.

Tra le cifre messe in discussione c'è anche quella che riguarda la crescita. «Mi sembra difficile che la manovra possa essere giudicata positivamente dall'Europa. Le percentuali di crescita dell'1,5 o addirittura il 2 per cento sono irrealistiche. Non mi pare che la manovra faccia il bene degli italiani», ha commentato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Impossibile che l'Italia cresca quanto ha indicato il governo. Nei giorni scorsi Renato Brunetta di Fi ha aggregato cinque indicatori anticipatori. Tutti segnalano un peggioramento delle condizioni economiche. L'indice dei direttori degli acquisti dell'industria, la fiducia delle imprese e dei consumatori e l'Ita coin di Bankitalia.

Tutti annunciano una recessione che potrebbe arrivare dal 2020.

Il governo prevede crescita per i prossimi tre anni.

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