Cronache

L'Italia vuole salvare Alfie. Il no del giudice inglese: "Basta, è una vita inutile"

L'ospedale Bambino Gesù: «Lo curiamo noi» Interviene Scotland Yard che blocca il piccolo

L'Italia vuole salvare Alfie. Il no del giudice inglese: "Basta, è una vita inutile"

Questa è una storia priva di senso. E non ci riferiamo al buonsenso, ma alla semplice ragionevolezza.

C'è, in Inghilterra, un bambino di 21 mesi, vittima di una malattia bastarda da cui non si può forse guarire ma dalla quale ci si può curare. Alfie è ricoverato da mesi in un ospedale di Liverpool che ha gettato la spugna: «Per Alfie non possiamo fare più nulla». Ma una cosa, invece, l'ha fatta: ha chiesto a un giudice di pronunciarsi sul caso. E il giudice è andato giù duro: «La sua è ormai una vita inutile»; tanto «inutile» che dovrà essere «staccata la spina». Quando? Il giudice ha stabilito data e ora, ma «per rispetto della privacy» non li comunica.

I genitori di Alfie, una coppia poco più che ventenne, non si rassegna e decide di fare un appello pubblico: «Chi può, ci aiuti». Da tutto il mondo si fanno avanti, perfino il Papa assicura il suo interessamento. E non è forse un caso che proprio l'ospedale «Bambino Gesù» di Roma abbia subito garantito la propria disponibilità a ospitare Alfie. I genitori (che qualche media ha perfino colpevolizzato per la «troppo giovane età») ringraziano e predispongono le pratiche per il trasferimento in Italia.

Ma la magistratura britannica non è d'accordo e così arriva un - apparentemente incomprensibile - stop al viaggio della speranza. Non solo, ma il giudice invia addirittura nell'ospedale in cui è ricoverato Alfie un nutrito numero di agenti per bloccare ogni possibile «tentativo di fuga»: il giudice usa proprio questo termine - «fuga» - come se bimbo e i genitori fossero dei criminali e non una famiglia con l'anima graffiata da una tragedia. Risultato: ingressi piantonati dalle forze di polizia, cordoni di agenti a presidiare l'intero isolato, personale sanitario in allerta. Eppure Tom Evans (il papà di Alfie) stringe tra le mani un foglio: è il parere legale del Christian Legal Center, secondo cui «i genitori hanno il diritto di trasferire il loro figlio in un'altra struttura europea».

Ma il tribunale inglese che ha emanato la sentenza di morte per Alfie non è d'accordo, il verdetto deve essere eseguito, senza andare troppo per il sottile. E così, per ore, a papà Tom e mamma Kate viene impedito di uscire dalla stanza in cui Alfie sta trascorrendo le ultime ore (fonti giornalistiche ipotizzano che la spina sarà straccata oggi).

Intanto centinaia di manifestanti si sono radunati sotto l'ospedale per chiedere che ad Alfie «venga data un'altra possibilità perché la sua vita non è inutile». Un aereo era già pronto per portare il piccolo in Italia, ma è mai decollato. «Noi e Alfie siamo reclusi in una stanza della clinica. Questo è un sequestro di persona», protestano i coniugi Evans. Toccherà a un medico e a un incaricato del giudice spiegare ai genitori del bimbo che «la morte di Alfie è stata decisa solo nel suo interesse».

Chissà se riusciranno a dirlo, guardandoli negli occhi.

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