Cronache

La lite col padre e la setta alle radici della strage

Contrasti coi genitori dopo la perdita del lavoro. La madre: "Da due anni viveva chiuso in camera"

La lite col padre e la setta alle radici della strage

«Mio figlio? Io e mio marito da circa due anni abbiamo un rapporto difficoltoso con lui. È improvvisamente diventato introverso e ha intrapreso un percorso di chiusura relazionale con tutti, parenti compresi». Nelle parole di mamma Cristina, raccolte dai carabinieri durante le indagini, c'è tutta l'apprensione per il figlio 27enne. Per Mattia Del Zotto, arrestato e accusato di aver avvelenato i familiari con il tallio. La donna racconta del rapporto conflittuale del ragazzo con il padre. E di quella volta che Mattia ha denunciato il genitore che l'avrebbe strattonato durante una lite. «Trascorre gran parte della giornate in camera sua - continua la madre del giovane -. (...) Ha deciso di non guidare più in quanto non sopporta l'idea di avere un'altra autovettura dietro la sua che potesse magari abbagliargli o suonargli il clacson». Non usa neppure i mezzi, «perché a suo dire sui mezzi ci sono persone arroganti e che bestemmiano». Poi la terribile deduzione: «Ultimamente ce l'ha con il mondo intero, però non credo sia in grado di fare del male a nessuno e comunque suppongo che nel caso si sarebbe rivolto prima contro me e mio marito».

Mattia è diplomato in ragioneria. Aveva lavorato in un call center e come magazziniere in un supermercato. Ai genitori che gli chiedevano cosa facesse tutto il giorno al computer, rispondeva che cercava un lavoro. «Che io sappia - dice la madre - non ha mai avuto una fidanzata e gli amici che aveva, col tempo, li ha persi per via del suo atteggiamento schivo». La donna e il marito gli avevano proposto di rivolgersi a uno psicologo, il ragazzo però aveva assicurato di stare bene. La famiglia aveva inoltre chiesto consiglio alla cromoterapeuta di fiducia. In passato il 27enne aveva frequentato assiduamente una palestra. Ma poi, continua Cristina Palma, improvvisamente aveva smesso. «Questo cambiamento drastico lo colloco nel periodo in cui è coincisa la perdita del lavoro».

Il padre voleva persino mandarlo via di casa e gli aveva tolto le chiavi del cancello, ma la mamma si era opposta. Mattia aveva poi manifestato tratti di fanatismo religioso, anche se non è ben chiaro in quale direzione. Con un cambio radicale di stile di vita. «Ci ha detto di non essere più cattolico e che sta seguendo una religione di cui non ci ha dettagliato. La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta». Un gruppo chiamato, pare, «Concilio Vaticano II». Ma «sono anni che non entra in una chiesa», non è andato al funerale dei nonni e ha criticato aspramente davanti alla madre Papa Francesco. Lo stesso indagato ha spiegato agli inquirenti di aver intrapreso un percorso di conversione all'ebraismo da circa tre anni. La password del suo portatile era «gloriosoDIO».

Ancora, secondo la donna, il giovane aveva un «comportamento maniacale» riguardo all'ordine. In camera teneva il termosifone spento, diceva che «con poco si vive». Dalla stanza aveva tolto tutti gli oggetti che riteneva «non essenziali» e pretendeva che dopo l'utilizzo degli elettrodomestici si staccassero tutte e prese. Era «contro l'utilizzo del telecomando» e si alzava ogni volta per cambiare canale. Mangiava in modo frugale e aveva eliminato dolci e alcolici. Ecco cosa dice invece papà Domenico: «Con mio figlio non ho rapporto. (...) Le nostre conversazioni si limitano alle domande che noi gli poniamo su cosa vuole mangiare. Mia moglie soffre per questa situazione».

Anche Mattia ha ammesso, prima dell'arresto, di non sentirsi legato in modo affettivo ai nonni o agli altri parenti e a proposito dei genitori: non ho con loro «un rapporto di profondo dialogo».

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