Coronavirus

Lite social Ferragni-Regione. Vaccinata la nonna di Fedez

L'imprenditrice denuncia: "Immunizzata solo dopo i miei post di accusa". L'Ats: "Abbiamo chiamato tutti"

Lite social Ferragni-Regione. Vaccinata la nonna di Fedez

Prima di affrontare il caso (imbarazzante) delle «stories vaccinali» di Chiara Ferragni, della «nonna di Fedez» e della «precisazione» dell'Ats di Milano, permetteteci un flash su una drammatica storia che nulla ha a che fare con le «stories» su Instagram ma molto ha a che vedere con il disastro organizzativo che sta caratterizzando la campagna di immunizzazione anti-Covid.

Mario e Giovanna sono marito e moglie, hanno entrambi 90 anni. Vivono in Lombardia. Da settimane hanno adempiuto a tutte le procedure burocratiche («Troppe, complesse e inefficaci», racconta il nipote che li ha aiutati nel presentare domanda) per potersi iniettare il siero. Finora nessuna risposta. Nel frattempo Mario si è beccato il Covid e «ora il rischio che non riesca a riprendersi è altissimo», dice il suo medico di famiglia: «Mi avevano assicurato che entro Pasqua Giovanna e Mario sarebbero stati chiamati per la somministrazione della dose, ma per Mario il contagio è arrivato prima dell'iniezione salva-vita». Questa è la situazione in Lombardia e, purtroppo, nel resto d'Italia, dove le «Giovanna» e i «Mario» sono tanti e ogni giorno muoiono nell'indifferenza di un sistema che «si dà una mossa» solo se qualcuno gli urla nelle orecchie; ancor meglio se con la voce «autorevole» di un «vip», magari attraverso i padiglioni auricolari dei social.

Tutta questa premessa per sottolineare il paradosso di un Paese che ha «bisogno» dell'intemerata-web della nota «imprenditrice digitale», Chiara Ferragni, per smascherare un «meccanismo operativo» che - nonostante il cambio di governo - seguita a funzionare con enorme difficoltà.

E veniamo all'incresciosa triangolazione Ferragni-nonna di Fedez-Ats di Milano. Tutto nasce da uno sfogo su Instagram della seguitissima influencer: «Oggi la nonna di Fede farà il vaccino. E sapete perché? Perché dopo le mie storie di critica alla gestione dei vaccini di ieri, un addetto alla vaccinazione ha chiamato nonna Luciana, 90 anni, chiedendo: Lei è la nonna di Fedez? Alle 12 può venire a fare il vaccino». Nei giorni scorsi la stessa Ferragni aveva duramente criticato la Regione Lombardia per «i ritardi e i disguidi nella campagna vaccinale», sortendo un «effetto mediatico» quantificabile in decine di migliaia di «mi piace». Ma Chiara non ne fa una faccenda «di famiglia», anzi: «Se ieri ero arrabbiata oggi lo sono ancora di più pensando che nonna Luciana, che aveva diritto di essere vaccinata da mesi, riesce a far rispettare un suo diritto solo perché qualcuno ha paura che io possa smuovere l'opinione pubblica. E invece le altre nonne che hanno lo stesso diritto e non hanno chi può farsi sentire come faranno?». Ma ora Ferragni, paladina dei diseredati, protesta in loro vece. E come Giovanna d'Arco fu ribattezzata la pulzella d'Orléans, Chiara Ferragni passerà alla storia come la pulzella di L'Oréal: «Da un anno gli errori di chi dovrebbe prendersi cura di tutti noi si susseguono. Sono molto incazzata per la vostra incapacità di non riuscire nemmeno a prendere correttamente le prenotazioni di chipotrebbe essere il nonno di tutti e si è fatto chilometri nella speranza di vaccinarsi».

Ma l'Ats (Agenzia di tutela della salute) Città Metropolitana di Milano come replica al pistolotto della Ferragni?

«Nessuno dei nostri operatori - spiega in una nota - ha chiesto alla signora se fosse la nonna di Fedez. La somministrazione offerta oggi alla signora citata da Chiara Ferragni (che ha omesso il comune di residenza nella compilazione dell'adesione) è avvenuta anche per altri cittadini. Come annunciato si sta concludendo la fase della campagna dedicata alla categoria over 80, quindi si stanno compiendo le ultime verifiche per recuperare coloro che hanno aderito». Sarà, ma la coincidenza tra il post della Ferragni e la telefonata di convocazione alla nonna di Fedez è strana. Corsia preferenziale (come accaduto nell'avvilente vicenda del «caregiver» raccomandato, Andrea Scanzi) o tutto casuale? Come per i più noiosi cineforum, seguirà dibattito social.

Due consiglieri comunali della Lega hanno già cominciato: «Ferragni infanga la Lombardia, restituisca l'Ambrogino d'oro».

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