Cronache

Messaggio alla Curia: finita l'era delle regge

L'omelia di Francesco è uno stop "all'avidità immobiliare" di certi cardinali

Messaggio alla Curia: finita l'era delle regge

Roma - «Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone: questo non si può fare». Parola di Papa Francesco, che dal giorno dell'elezione a vescovo di Roma ha deciso di vivere nell'umiltà, senza sfarzi, in una suite (la 201) della residenza Santa Marta in Vaticano grande poco più di 50 mq. Francesco ne ha parlato in un'intervista al giornale di strada olandese “Straatnieuws”, mettendo in guardia dalla corruzione che “c'è sempre nella vita pubblica, sia politica, sia religiosa”. Più di una persona, anche dentro le sacre mura, ha letto quelle parole alla luce delle ultime pubblicazioni (i libri di Nuzzi “Via Crucis” e Fittipaldi “Avarizia”) che parlano in un capitolo anche delle case di lusso dei cardinali dentro al Vaticano. In realtà però Bergoglio aveva rilasciato l'intervista il 27 ottobre scorso, quando ancora i due libri sugli scandali finanziari d'Oltretevere non erano ancora in libreria.

Ma ci ha pensato ieri mattina, Francesco, durante l'omelia della Messa a Santa Marta, a usare parole di fuoco contro “sacerdoti e vescovi arrampicatori e attaccati ai soldi” che “invece di servire si servono della Chiesa”, rendendola “affarista” e “tiepida” con il loro vivere comodamente il proprio status senza onestà. “Chi ha orecchie per intendere, avrà già capito” scherza un cardinale che vive a pochi metri da Casa Santa Marta, in una casa modesta. “In questo stabile solo in 4 paghiamo l'affitto ogni mese, gli altri confratelli, che hanno case più grandi delle nostre, non pagano nemmeno le bollette. Ci sono alcuni che hanno quasi degli anfiteatri, soprattutto in zone lontane da San Pietro”. Non è un caso che il Papa, raccontano dalle sacre stanze, voglia adesso cambiar registro e sistemare una volta per tutte la situazione, “Sulle case ora si cambia”, avrebbe detto Francesco.

L'argomento è in effetti uno dei più gettonati nelle conversazioni tra vescovi e cardinali: “Quando facciamo le plenarie o altre riunioni”, confida un cardinale molto legato a Francesco e che ha scelto di vivere in un istituto religioso, “Nelle pause caffè, quasi sempre, viene fuori il discorso degli appartamenti e dei lavori di ristrutturazione. Sembra quasi un'ossessione di tanti confratelli”. Intanto è arrivata ieri sera una prima precisazione riguardante una delle storie sulle case dei cardinali e raccontata in “Via Crucis”; l'episodio sarebbe quello di Mons. Giuseppe Sciacca che, secondo Nuzzi, avrebbe fatto un buco nel muro del suo appartamento per appropriarsi, in assenza dell'inquilino della casa a fianco (il cardinale Fortunato Baldelli, scomparso nel 2012), di una stanza e di alcuni mobili. “E' del tutto falsa la presunta appropriazione di una stanza e del mobilio dell'appartamento di mio zio da parte di Mons.

Sciacca” spiega in un comunicato il nipote del porporato “vittima” del presunto sconfinamento, “Inoltre lo zio non ha mai abitato in quella casa”.

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