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Londra, è fuga dai grattacieli: 4mila sgomberati dopo il rogo

In 27 torri falliti i test antincendio. I residenti evacuati per precauzione nella notte da 4 palazzi: in 83 rifiutano

Londra, è fuga dai grattacieli: 4mila sgomberati dopo il rogo

Sgomberi di migliaia di persone nel cuore della notte, decine di test antincendio non superati in grattacieli residenziali, alberghi e ospedali a Londra e in altre città inglesi e perfino un allarme sulla pericolosità di una marca di frigoriferi dopo che si è scoperto che lo spaventoso rogo del 13 giugno alla Grenfell Tower di Londra è stato innescato da una fiammata in un freezer difettoso.

Ci è voluta una tragedia alla «inferno di cristallo» dal bilancio stimato in un'ottantina di vittime (con la polizia che avverte che i resti di un numero imprecisato di persone giacciono ancora sepolti sotto le macerie della torre) per far prendere atto alle autorità britanniche che il Regno Unito è disseminato di edifici le cui precarie condizioni di sicurezza li trasformano in altrettante bombe a orologeria. Trappole mortali entro cui in caso d'incendio, come la catastrofe di Grenfell Tower ha dimostrato, si corre il rischio di finire inceneriti.

E non per caso, considerando che i pannelli isolanti utilizzati in grattacieli come quello di Taplow nel municipio londinese di Camden che la scorsa notte è stato evacuato insieme ad altri tre simili dei suoi residenti (in tutto circa quattromila persone mandate via da casa con solo due ore di preavviso) sono risultati estremamente infiammabili. O che in gran parte di torri residenziali affollate di famiglie numerose mancano elementi base della prevenzione antincendio come gli spruzzatori a pioggia.

Soprattutto la pericolosità di certi pannelli ha fatto sì che ben 27 grattacieli residenziali situati in 15 diverse località dell'Inghilterra non abbiano superato i test antincendio ordinati dopo il disastro di dodici giorni fa: questo dopo che il governo aveva ammesso che indicativamente sono 600 le tower blocks - gli edifici di venti e più piani di abitazioni popolari - simili a Grenfell Tower esistenti in Inghilterra potenzialmente a rischio evacuazione. Ai quattro sgomberati con una procedura d'urgenza che è parsa fin eccessiva a Camden, se ne sono aggiunti altri a Manchester, Plymouth e Hounslow che presumibilmente andranno presto incontro allo stesso destino.

Varie iniziative vengono intanto prese dalle autorità cittadine improvvisamente preoccupatissime della sicurezza dei loro residenti in altre città come Birmingham, Liverpool, Leeds e Nottingham. Iniziative che riguardano anche ospedali e alberghi, dove è scattata una specie di rincorsa fuori tempo massimo al recupero di situazioni ad alto rischio che si era preferito fingere di ignorare.

Intanto il governo - criticato per la lentezza con cui ha affrontato l'emergenza: la May si è scusata - deve fronteggiare l'emergenza del ricollocamento provvisorio di migliaia di persone. «Ovviamente - ha detto una portavoce di Downing Street - nessuno vuole vivere in edifici che non sono sicuri» (verità relativa, considerando che quasi cento abitanti delle torri di Camden ha rifiutato di lasciare le proprie abitazioni). Questo significa trovare alloggi a migliaia di persone di classe medio-bassa in città come Londra dove notoriamente i costi delle abitazioni sono molto alti. Un costo che dovranno sostenere le pubbliche amministrazioni e che prevedibilmente andrà affrontato per diverse settimane, il tempo necessario per ultimare lavori diventati improcrastinabili.

A questo si aggiunge l'allarme lanciato ai possessori di due modelli di frigoriferi, invitati a contattare la casa produttrice Hotpoint per verificare che non rischino di combinare lo stesso disastro accaduto a Grenfell Tower.

In realtà, non è solo un problema della Hotpoint: ogni anno solo a Londra circa 300 incendi sono causati da frigoriferi difettosi.

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