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L'Onu pressa, l'Europa frena E la nave rimane in ostaggio

Continua il braccio di ferro con il Viminale, che non molla Tensioni al porto: i manifestanti bloccano la polizia

L'Onu pressa, l'Europa frena E la nave rimane in ostaggio

La situazione di nave Diciotti è in stallo. Nessuno dei quasi 150 migranti scenderà dal pattugliatore della Guardia costiera ormeggiato da quattro giorni al porto di Catania. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, tiene infatti il punto: o l'Europa ci viene incontro accollandosi una parte dei clandestini arrivati a bordo del natante militare, oppure gli immigrati resteranno lì, anche a costo di un processo da parte del Tribunale dei ministri.

L'Europa nicchia: «Una decisione sull'accoglienza non è stata ancora presa - ha detto all'Ansa un portavoce del ministro dell'Interno della Germania -, noi non ci sottraiamo alle nostre responsabilità umanitarie ma ci aspettiamo che anche altri Stati membri partecipino all'azione». L'Onu, invece pressa. L'Agenzia per i Rifugiati (Unhcr) e l'Oim, l'organizzazione internzionale per le Migrazioni, esortano il governo italiano a consentire lo sbarco: «Accogliamo con favore gli sforzi fatti dalla Guardia Costiera italiana nel salvare vite ma è necessaria una risoluzione urgente a questa impasse», ha detto la vicepresidente dell'Unhcr a Roma, Roland Schilling. Il personale della Diciotti, una quarantina di persone in tutto, sta bene. Potrebbero scendere, ma restano sulla nave per rendersi utili. La maggior parte dei migranti, invece, ha la scabbia. Un team medico è salito a bordo per controllare i casi più gravi. La maggior parte sono uomini, eritrei, per lo più. Il comandante Massimo Kothmeir, prima dell'attracco a Catania, secondo il segretario dei Radicali italiani, Riccardo Magi, avrebbe espresso preoccupazione: «Non è che mi arrestano?», avrebbe detto.

E in effetti il punto sta proprio lì. Perché la Guardia costiera ha deciso di soccorrere quel barcone che si trovava due miglia fuori della zona Sar italiana? La risposta si trova nell'imputazione per omissione di soccorso di Luca Licciardi, ex responsabile della Centrale operativa della Marina militare e del responsabile della sala operativa della Capitaneria, Leopoldo Manna, i quali avrebbero ritardato i soccorsi, l'11 ottobre 2013, di 480 persone, tra cui 100 bambini. Con loro è finita sotto inchiesta anche l'ex comandante di nave Libra, Catia Pellegrino. La maggior parte dei naufraghi morì nel peggior incidente in mare di tutti i tempi. Ecco il perché dell'intervento della Guardia costiera che - ne risulta traccia presso l'Imrcc di Roma - il giorno della richiesta di soccorso da parte dei 190 migranti illegali presumibilmente condotti da qualcuno de La Valletta verso l'Italia, si trovò a dover chiamare Malta per chiedere un intervento a cui nessuno ha mai dato seguito. Magi ha raccontato ai media che ciò che ha sentito dal comandante della Diciotti «è davvero incredibile ed è la prova che il governo si muove in modo eversivo. La Diciotti ha ricevuto indicazioni contrastanti, prima l'indicazione del porto di sbarco dal ministero dei Trasporti e poi ha saputo, per caso, della negata autorizzazione allo sbarco». La verità è che c'è timore, che non si sa davvero cosa fare, che c'è caos, che gli uomini della Guardia costiera hanno la magistratura col fiato sul collo. Quello stesso fiato sul collo che adesso ha Salvini, che ha la sola colpa di non voler far scendere clandestini illegali da una nave italiana.

Intanto, a Catania, alcune associazioni hanno manifestato contro la decisione del vicepremier di non far scendere i migranti, mostrando arancini da offrire loro. «Catania è accogliente, è solidale», hanno detto. Ma non sono mancati i momenti di tensione: in serata un folto gruppo di manifestanti si è gettato per terra impedendo ad un furgone della polizia di accedere alla zona di sicurezza, presidiata dalle forze dell'ordine in assetto antisommossa. Ma non è il solo problema: la prefettura, a seguito delle avverse condizioni metereologiche previste fino alla mezzanotte di oggi, con rischio di piogge e forti venti, ha emanato un avviso di allerta.

La Spagna, intanto, ha rimandato in Marocco le 116 persone che mercoledì erano entrate illegalmente nel Paese dal confine di Ceuta: l'operazione è stata condotta sulla base di un'intesa siglata nel 1992.

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