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L'ora dei Salvini boys: "Altrove solo le mummie qui costruiamo il futuro"

I giovani leghisti a Pontida chiedono la secessione. Il leader: pronti a fare da soli

L'ora dei Salvini boys: "Altrove solo le mummie qui costruiamo il futuro"

L'indipendenza, la battaglia che ancora più di tutte scalda i cuori dei giovani leghisti, non servirebbe a niente «se poi nelle nostre scuole si insegna il Corano e la teoria gender», urla tra gli applausi il coordinatore veneto dei Giovani padani, Vito Comencini. L'autonomia, la secessione (slogan più volte intonato dai militanti del Mgp riuniti a Pontida per il congresso, insieme a qualche sfottò sul tricolore), resta il grande ideale dei Salvini boys, i padani under35 che incarnano da sempre l'anima più oltranzista del Carroccio (da lì viene il segretario federale). Ma i tempi cambiano e anche i nemici vanno aggiornati, ora c'è quella «banda di folli a Bruxelles», ragiona Fabio Bozzo responsabile dei giovani padani in Liguria, che è diventata la «peggiore minaccia per la nostra libertà e per l'Europa dei popoli».

La discesa al sud della Lega di Salvini - che nel comizio cita anche Gianfranco Miglio - è una delle novità che non appassionano molto la gioventù leghista, tanto che proprio dopo che il segretario ha appena raccontato dell'interesse trovato a Catania per il federalismo, parte il coro «secessione secessione». Non una contestazione, perché il movimento giovanile è fatto a immagine e somiglianza del leader, ma qualche affondo in più sull'autonomia del Nord non dispiacerebbe, anzi. Attenzione però, avverte il leader, a «non confondere i mezzi con gli obiettivi, l'obiettivo è la libertà, gli altri sono strumenti». Come dire ora parlo più di Italia che di Padania, la Lega nazional-lepenista si batte per gli agricoltori siciliani e apre sedi persino a Roma, già ladrona, ma il fine è sempre quello, la libertà: «ricordiamoci da dove veniamo» ma «guardando avanti» è il messaggio del capo ai Salvini boys, mentre, senza citarlo, riserva stoccate a Parisi: «Altri si ritrovano al chiuso con le mummie politiche, qui ci sono ragazzi che costruiscono il futuro. La Lega è pronta anche a fare da sola».

E i giovani, che possono criticare alcune scelte e non appassionarsi più di tanto alla suggestioni lepeniste, restano fedeli alla linea, anche perché dopo anni di Lega al governo i risultati «non sono stati ottenuti», commenta Federico Martegani dirigente del movimento a Varese, e ora tocca al «Capitano». Quanto a Parisi, zero interesse: «Può parlare chi vince le elezioni». Alleanze? «Con Fi governiamo le regioni, ma basta minestre riscaldate».

Può esserci «confusione» spesso nella base perché «non è più il partito organizzato in modo leninista come la Lega di Bossi, ora chi non ha i social network fa fatica a stare dietro» spiega l'ex capo del Mgp Lucio Brignoli, ma «il sovranismo e la libertà dalla Ue, i temi di Matteo, sono gli stessi di Miglio aggiornati al 2016». Come pure l'immigrazione e l'Islam, le battaglie del leghismo 2.0 che fanno breccia nei giovani indipendentisti: «L'è la zampa del leon, che ferma l'invasion» dice la t-shirt del giovane padano dal veneto. Sfilano gli euroscettici tedeschi di Alternativ fur Deutschland, quelli fiamminghi, la Lega dei ticinesi, con cui stringono alleanze a Bruxelles i fedelissimi di Matteo, a partire dal suo collaboratore all'europarlamento Andrea Crippa, acclamato a Pontida coordinatore federale dei giovani.

Salviniano al 100%.

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